Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

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valerio
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Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

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HOUSEPETS! La serie
Stagione II
Episodio 10 – Nozze di guerra!
Di VALERIO

1.
Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals, Babylon Gardens

“Sono ancora indecisa se definirla un furbo della malora o una brava persona, signor Foster.”
Martin si permise un mezzo sorriso, mentre prendeva il suo bicchierino di carta dal distributore. Bevve in un sorso l’espresso bollente, facendo rabbrividire la donna di colore che gli stava parlando. Poi gettò il bicchierino nel cestino e disse, “Almeno sta considerando la seconda opzione. Lo considero un successo.”
La donna in completo blu, i capelli neri corti e vaporosi, occhialini dalla montatura metallica, rispondeva al nome di Sara W. Winstons, dirigente della locale sezione dei Servizi Sociali. Come Martin Foster, era animata da una sincera passione, anche se per una specie diversa.
In compenso, entrambi erano uniti da un comune obiettivo, anzi due.
Terry Stark e Bouncer. Un bambino di sette anni ed il suo doberman.
Il fascicolo del tribunale dei minori che Martin e Sara avevano consultato era una galleria degli orrori. Tanti e tali erano stati gli abusi sofferti da entrambe quelle creature, che anche passare un po’ di tempo al Charm, in attesa di trovare una famiglia adottiva, era una prospettiva paradisiaca.
Martin Foster aveva quasi picchiato i suoi avvocati dello studio Roosevelt, Roosevelt & Roosevelt, per trovare quel passaggio a nord-ovest nel dedalo di leggi sulla custodia di minore. E stavolta si erano guadagnati la paga: un emendamento della Costituzione prevedeva come diritto inalienabile di un essere umano di non essere separato dal suo compagno animale, se la presenza di questi contribuiva in modo indispensabile all’equilibrio psicofisico dell’umano in questione.
E lo psichiatra che aveva visitato a più riprese Terry e Bouncer, nel suo rapporto aveva insistentemente sottolineato a matita blu il termine ‘inseparabili’. A loro modo, formavano una coppia: facendosi forza l’un l’altro, sostenendosi fra le prove più dure, avevano mantenuto insieme la sanità mentale.
Bouncer era stato ‘addestrato’, pur comprendendo nell’accezione metodi degni di un Pet Fight Club, a rubare nelle case i farmaci che i suoi padroni tossicodipendenti usavano e spacciavano. Quando finalmente cane e umano erano fuggiti, il loro vagabondare li aveva portati a Babylon Gardens, dove erano cominciate delle razzie di cibo nelle case dei residenti. E poiché Bouncer era stato catturato entro la giurisdizione dei Gardens, il suo posto sarebbe stato il Lucky Charm Grove, in attesa di una nuova, e davvero umana, famiglia.
Non potendo separare, tuttavia, Bouncer da Terry, ecco che Martin aveva fatto in modo di potere accogliere un…inedito tipo di ospite.
Sara Winstons bevve il suo ultimo sorso di espresso, mentre procedevano lungo il parco che circondava l’edificio che fungeva da dormitorio per i correnti settantotto ospiti. Martin disse, “Mi sembra di averle dimostrato nei fatti che la mia struttura è più che in grado di occuparsi della cura e l’istruzione di base di un bambino. Lo so che potreste portare anche Bouncer in una casa famiglia, in attesa di una buona adozione…ma sappiamo entrambi quanto quel cane sia protettivo verso il suo amico. Lei mi ha chiesto di essere sincero, Sara: lei può esserlo altrettanto nel promettermi che, in una casa famiglia non ci sarà alcun problema?”
Sara si guardò intorno, vide un gruppo di sei cuccioli di diverse razze e taglie che facevano la lotta in mezzo al prato. Fu presa da un moto di tenerezza, ma ebbe anche un sussulto mentale all’idea di un bambino di sette anni coinvolto in una rissa dove si usavano zanne e artigli… “Terry dovrebbe giocare con dei bambini.”
Martin rispose con la massima calma. “Senza Bouncer, Terry morirebbe dentro. Quel cane è la sola cosa a tenerlo insieme. E nessun genitore, salvo quelli a caccia di un facile assegno, adotterebbe un ragazzino con gravi crisi depressive.” Martin non stava esagerando, stava solo riportando il contenuto del fascicolo dello psichiatra. “Io non intendo assumermi il rischio di fare loro del male, separandoli. E voi?”
E così, rieccoli per la seconda volta al punto di prima. Sara sospirò. “Foster…”
“Mi chiami Martin.”
“Martin. Lei è pronto a dare battaglia, se le dico di no?”
“Shere Khan le sembrerà un innocuo gattino, a confronto.”
Sara scosse la testa, poi sollevò un dito. “Una possibilità, Martin. Se succede qualcosa al bambino, le darò la caccia fino all’aldilà, mi sono spiegata?”
“Cristallina.”
Passarono in quel momento davanti ad uno spiazzo dove uno sciame di camerieri ed altro personale in vari tipi di uniformi stava preparando quello che sembrava un banchetto reale con relative decorazioni. Un’orchestra da camera stava facendo delle prove da un palco.
Sara era perplessa. “Qual è l’occasione?”
“Si sposano due dei miei ragazzi: Mizar e Alcor. E festeggiamo pubblicamente la gravidanza di lei. Sono i suoi primi due cuccioli.”
L’assistente sociale ritrovò il sorriso. “Le congratulazioni sono d’obbligo, allora.”
“Grazie. Può restare, se vuole: una fetta di torta non si nega a nessuno.”
“Non mi tenti. Non sono il tipo che si ossessiona sulla linea, ma ho ancora tre potenziali genitori adottivi da intervistare, e poi ci sono le scartoffie.”
Martin le fece il segno della croce con grande solennità. “Io ti assolvo, figliola. Vai, e punisci i peccatori come io punisco i miei.”
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Accademia Hunters del Corpo di Polizia Cinofila, Wyndham County

“Ehi, Padre Ghetti!”
Al sentirsi chiamare, William Ghetti dell’Ordine di Sant’Antonio Abate voltò lo sguardo verso la telecamera. “Peanut! Santo Cielo, figliolo, sei proprio tu? Ma guardati, con quel bel giubbotto non ti si riconosceva!”
Peanut Butter Sandwich agitò il braccio in saluto, prontamente imitato dagli altri cani della sua classe. “Sono io! Quelli dietro di me, che stanno facendo i matti—Ehi Piano!” si dovette interrompere quando un minipinscher gli saltò addosso, aggrappandosi alla schiena come un pitone. Poi la sua testa spuntò da sopra la spalla di Peanut e fece un saluto militare allo schermo. “Piccolatigre a rapporto! Quando cominciano le nozze? Non ne abbiamo mai viste di animali! Tanto abbiamo tutto il giorno!” Ed era vero: la domenica era giorno di riposo. Tuttavia, non essendo possibile lasciare l’Accademia durante il corso di addestramento, ecco che alla fine la sola alternativa ai videogiochi, o alla lettura, o alla TV, per un vasto gruppo di cani iperattivi, era darsi al gioco, nel modo più fisico che un cane potesse esprimere. Quindi, alla fine, altro esercizio. Poteva sembrare crudele tenere gli allievi confinati fra le mura dell’Accademia per cinque mesi filati, ma era il solo modo per abituarli a superare l’ansia da separazione.
La richiesta di Peanut di un canale skype con la cappella del Lucky Charm Grove era stata accolta con entusiasmo, e la sala mensa era bella che affollata di spettatori al loro primo evento di quel tipo.
Padre Ghetti rise. “Tranquilli, è questione di poco, ormai, e vedrete, sarà proprio un bello spettacolo. Spero che il signor Foster non abbia messo delle telecamere sul ricevimento, o rischiate di mangiarvi anche lo schermo. E ora scusatemi, ho l’abito talare buono da mettermi.” E uscì dal raggio della webcam.
Sigmund arruffò la testa di Peanut. “E’ stata una grande idea, amico! Ho spulciato il blog di Simon dice…, ma una descrizione, per quanto accurata, delle nozze fra un cane e un gatto, non vale una ripresa dal vivo!”
“E poi,” aggiunse Hannibal, l’alsaziano, con un ghigno sfottorio, “sono curioso di vedere se alla fine si marca o no l’altare…Ow!” questo lo disse quando un pugno lo centrò sulla testa. Hannibal ringhiò all’indirizzo della femmina husky che glielo aveva appioppato, e che sembrava pronta a ripeterlo.
“Psycho,” disse Gertie, del tutto indifferente, e fissandolo dritto negli occhi. “per una volta tanto, cerca di essere educato.”
Tobee, ancora abbarbicato alla schiena di Peanut, ridacchiò. Psycho gli scoccò uno sguardo fulminante, ma non andò oltre –Tobee poteva essere piccolo, ma quando si arrabbiava diventava un tantino…pericoloso.
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Casa Marsh

“Felix!” Grape, il malamute di nome Lucky e Maxwell si avvicinarono al soriano rosso seduto sugli scalini della villetta. “Felix,” ripeté la gatta, guardandolo preoccupata, “è tutta la mattina che ti cerchiamo. Tibbets ed Enola dicono che è da quando hai ricevuto una lettera, ieri, che ti comporti in modo strano... Che ci fai qui? Su, che abbiamo il matrimonio di Mizar e Alcor...”
Il gatto non rispose. Continuava a guardare la strada con un’espressione...assente. Fra le mani, reggeva un foglio piegato in tre. Gli occhi arrossati tradivano il pianto recente. “Io...io non vengo, Principessa, scusatemi. Andate voi.”
Grape si sedette accanto al suo vecchio amico e compagno d’avventure. “Ehi, non fare così, moschettiere.” Lo accarezzò dietro al collo. “Gli amici non si lasciano dietro gli amici. Coraggio, cosa succede? E’ quella let—“ poi Grape vide l’intestazione.
Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Un brivido le corse lungo la schiena. “Oh, Felix...” Strinse il gatto a sé, mentre Lucky si sedeva all’altro fianco di lui e aggiunse il proprio braccio in consolazione.
Grape, Felix e Lucky avevano un passato in comune, fatto di gioie ma anche di tempi molto difficili. Tutti e tre erano stati abbandonati dalle loro famiglie, e ritrovarsi lì, a Babylon Gardens, con dei nuovi e meravigliosi genitori, era stato un vero miracolo.
Grape era stata adottata dai Sandwich. Lucky dall’agente Bill.
Felix da un commando del USSOCOM. Lavoro pericoloso, missioni all’estero. Iraq, Afghanistan o Dio solo sapeva in quale inferno. Il Papà di Felix era una brava persona, ma poteva anche...non...
“Max,” disse Grape. “Vai dai miei, e di’ loro che non vado alla cappella, okay?”
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Tiggy
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by Tiggy »

Heehee, Peanut-glomp ^_^
Jason Mraz wrote: My goal is to show everyone that they, too, can do what they love to do.
Daggy wrote: Look a shadowpriest, what a cutie.... POW
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

I so knew you'd like it :D
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by IceKitsune »

Another great chapter Valerio. The Peanut Glomp was funny :lol: but I'm a bit confused at the ending what exactly happened does Felix have to move again or something? or was it that his owners tour of duty got extended or was it something else? I can't wait to see more Valerio.
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

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2.
Casa Foster

“Considerata l’occasione, mi sembri davvero calmo,” disse Martin, spazzolando per bene la schiena di Alcor. “E dire che eri così eccitato, fino a ieri sera. Avete dormito, tu e la futura signora Foster?”
“Forse un’ora. Molte coccole. No sonno. La amo. Sarò papà.”
Martin ridacchiò, e diede un lungo abbraccio al gatto bianco. Alcor si affondò fra le braccia del suo umano. “Sono così fiero di voi, e avrete i più bei cuccioli del vicinato.”
Alcor diede un bacio sulla guancia di Martin. “Posso chiederti un favore?”
Martin scosse la testa. “Lo sai che questa domanda non deve esistere nel nostro vocabolario, tesoro. Dimmi.”
“Io e Mizar vogliamo che sia tu a dare loro i nomi.”
Questa volta, nel cranio dell’uomo si udirono i suoni di molle e ingranaggi che esplodevano. Poi gli occhi divennero due lune bianche e la faccia minacciò di spaccarsi in due. “Geeee...”
“Lo prendo come un sì?”
Martin arrossì leggermente. “Heh, a dire il vero avevo già pronti i nomi nel momento in cui Stanwick ha detto che erano due.”
“Confido che tu abbia scelto bene, allora. Stelle?”
“Stelle, e spero che i miei nipotini vorranno rispettare la tradizione. Ce ne sono abbastanza, nel cielo, da coprire un albero genealogico vasto quanto la popolazione animale di tutti i Gardens e relative discendenze.”
Alcor gli lanciò un’occhiata diffidente. “Hmm, non so se mi piacerebbe che un mio discendente si chiamasse Beta Pictoris.”
Martin ridacchiò. “Bepic suona meglio?”
Alcor gli diede un finto pugno allo stomaco. “Sì, per un Pokemon! Ma smettila e finisci di farmi bello, umano!”
Martin riprese a spazzolare il gatto. “Ooh, ecco che vien fuori il galletto, finalmente! Farò in un attimo, padroncino.” Poi si rivolse alla porta chiusa dall’altro lato del corridoio. “Ehi, di là dalla Rive Gauche, come vanno i preparativi?”

“Non osare neppure pensare di avvicinarti, furbone!” rispose Jane Sandwich, urlando nello stesso tono. Poi tornò ad essere mamma chioccia mentre dava gli ultimi ritocchi alla figura canina in piedi davanti allo specchio. Ancora non le pareva vero che fosse scoppiata questa specie di frenesia al profumo di fiori d’arancio! Avrebbe potuto guadagnare qualcosa, durante l’aspettativa per maternità, se avesse cominciato ad organizzare le feste. Già i vicini la ammiravano per il successo del ricevimento di Peanut e Grape... “Mizar, sei davvero bella come una stella!”
Alcuni eccentrici stilisti, soprattutto della costa ovest, si dilettavano a creare di tanto in tanto delle linee di abiti nuziali per animali...ma con scarsi risultati, visto che le povere creature finivano per assomigliare a delle buffe caricature da fumetto degli umani.
Vincent Maison, di Montreal, aveva vinto la sfida con una linea sobria, concepita per esaltare i movimenti ed il corpo di chi indossava le sue creazioni. Le redazioni di moda, per quanto intrigate potessero essere, lo snobbavano perché Vincent vendeva i suoi pezzi ad un prezzo ‘popolare’. Lo stesso stilista non si aspettava certo di fare grandi affari, con la sua Maison des deux Animaux. Il suo era più un hobby, in questo senso.
Da quando Peanut e Grape si erano sposati con una delle sue creazioni, erano arrivate già dieci ordinazioni!
Una di esse abbelliva la già splendida figura di Mizar Foster: due fasce di velo che le avvolgevano le braccia, dalle spalle ai gomiti, ed una sottile cavigliera d’oro. Una fascia di seta bianca avvolgeva la coda, creando due sbuffi vaporosi. Il suo collare era bianco, sfumato di azzurro, sottile abbastanza da sembrare dipinto intorno al collo.
Mizar ridacchiò, mentre Jane terminava di pettinarle il ciuffo di pelo sulla fronte. “Ho come l’impressione che tu e Papà vogliate metterci in mostra, piuttosto che vederci sposati, Zia Jane.”
La donna mise il pettine sul comodino. “Un giorno speciale richiede una bella presenza, dovresti averlo imparato dopo i due matrimoni a cui hai assistito…” Poi la donna aggrottò la fronte, perplessa. “Qualcosa che non va, piccola?”
In effetti, la femmina bianca di pastore tedesco sembrava fin troppo tranquilla, quasi assente. Anche i suoi sorrisi sembravano forzati. Alla domanda di Jane, lei scosse piano la testa. “No, va tutto bene, davvero, Zia Jane. Sono incinta, ho una famiglia stupenda e lo spettro della fame è esorcizzato per sempre… È solo che questa cerimonia nuziale non mi sembra più così importante, tutto qui. Io e Alcor siamo insieme, siamo praticamente una coppia, e tutto questo…” si guardò un braccio fasciato dal velo bianco, “tutto questo è sfarzo. A che serve?”
Jane si mise dietro di lei, e, afferratale delicatamente la testa fra le mani, la guidò verso lo specchio. “Serve per tutti gli altri, tesoro. Ogni nuova coppia sposata ne ispira un’altra, e così via. Voi siete gli animali di Martin, siete un esempio ancor più dei miei ragazzi, o di Bino e Sasha. E’ una cosa bella, aiuta le relazioni a rafforzarsi, dimostra che la barriera della specie non conosce ostacoli…”
Mizar sospirò. “Per favore, non mettetemi in testa anche queste cose sul dovere morale, o fuggo via e mi metto a ululare alla luna anche se non c’è la luna!”
Jane rise. “Ogni tuo desiderio è un ordine. Coraggio, ora togliti l’abito, te lo rimetterai quando saremo in cappella…” La sua attenzione fu distratta dal suono del telefono.

“Rispondo io!” disse Martin, mentre anche Alcor rimetteva il suo corredo nuziale in una Sansonite imbottita.
L’uomo tirò su la cornetta. “Foster.”
“Buongiorno, ‘Zio Martin’,” rispose una voce maschile dalla cornetta.
Nel corso degli anni, Martin aveva imparato a conoscere la gente, a distinguere le sfumature del comportamento dei suoi simili. Lo aveva aiutato a sopravvivere quando era povero, lo aveva aiutato a distinguere un buon proprietario di animali da una carogna. Lo aveva aiutato a selezionare il migliore personale per il rifugio.
Per quanto non ci volesse un esperto del carattere per associare alla voce al telefono la parola ‘guai’, Martin avvertì immediatamente, ed istintivamente, un odio profondo per il suo proprietario. Il suo pugno si contrasse meccanicamente. Alcor vide la tensione tendere il corpo del suo Papà come una corda, e il pelo del collo gli si drizzò istintivamente, ma tacque.
“Chi parla?” chiese Martin.
“Lo saprà fra un attimo. Attivi il vivavoce, per favore, e chiami suo fratello. E dica ai suoi schiavi e alla sua ospite di restare in casa. E ora obbedisca, se non vuole avere parecchi morti sulla sua coscienza.” Chiunque fosse, parlava con arroganza, ma anche con la calma di chi sapeva di avere la situazione sotto controllo…e non per sbruffoneria.
Martin schiacciò un pulsante nero per due secondi. “Vivavoce attivato.”
La voce del misterioso interlocutore risuonò forte e chiara, nella stanza. “Bene. Ora, chiami suo fratello. Usi quel comodo citofono.”
Uomo e gatto, istintivamente, si guardarono intorno. Come faceva quel tizio a—
“Zio Martin, non sono dell’umore per giocare. Per ora. Faccia come le dico.” Ora si poteva distinguere una sfumatura di rabbia nella sua voce. Ma per quanto Martin si sforzasse, non la riconosceva…
L’uomo obbedì ed andò al citofono che aveva installato in caso di emergenza. Schiacciò un pulsante, poi la sua voce risuonò per tutta la casa. “Joel, tutti quanti. Venite in camera mia. Ora.”
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Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals

Il bello di essere una guardia del rifugio, pensò Alan Scott, mentre passeggiava per i viali alberati, era che si trattava di un lavoro assolutamente tranquillo. Gli animali ospiti erano visitati da un ottimo staff medico e psicologico, erano tenuti meglio che in tante cosiddette ‘famiglie’, e non rappresentavano un problema. Nessuno osava avvicinarsi ad un posto strapieno di telecamere e vigilato da uomini armati, e i ferali sapevano che Martin Foster poteva uccidere a mani nude un molosso che avrebbe potuto mangiarsi un orso. Ci sarebbe voluta l’Armata Rossa, per invadere il Charm!
La cosa peggiore di quel lavoro erano le periodiche sessioni di addestramento. Niente guardie con la pancia, e soprattutto sempre pronte e attente! E, come per i suoi colleghi, Alan era affiancato da un partner canino sempre pronto a dare man forte. Nel caso di Alan, tale compagno era un robusto meticcio dal pelo folto biondo, e macchiettato. Sembrava un tenerone, ma all’occorrenza quel bestione diventava pura potenza fisica e ottimamente addestra—
L’auricolare di Alan emise un ronzio! Un suono breve e intermittente. Un suono che doveva riconoscere subito e per il quale doveva scattare come se ne andasse della sua stessa vita!
Un codice nero!

“Tenente!” disse Alan, entrando nell’ufficio della sicurezza.
Keith Greyfield, ex membro del corpo dei Marines degli Stati Uniti, era in piedi davanti ad una mappa elettronica dei Gardens. Al suo fianco, stava il lupo bianco di nome Light. Entrambi fissavano la mappa che stava illustrando quello che poteva essere un disastro epico.
“Lo so, signor Scott,” disse il Marine.
Un punto nero intermittente stava brillando sopra la raffigurazione tridimensionale di Casa Foster.
Una finestra sullo schermo, e un altoparlante, stavano mostrando e riferendo di tutto ciò che stava avvenendo nella camera di Martin.
---
L’agente Parker e il suo cane, il Sergente Ralph, furono i primi a ricevere la segnalazione dal centralino della stazione.
“A tutte le unità. A tutte le unità. Dirigersi al 4 di Overview Drive, abbiamo un 10-67 e 10-68. A tutte le—“
L’agente di colore e il pastore tedesco si scambiarono un’occhiata a dir poco allarmata.
Casa Foster!
L’auto mise la sirena e partì a tutta velocità verso la destinazione. Gli altri abitanti dei Gardens, umani e animali, ancora memori della crisi dei cani assassini, corsero verso casa. Chi si trovava troppo lontano dalla propria fu accolto da un vicino o da un amico senza tanti complimenti.
Le sirene delle altre autopattuglie ulularono nel vicinato.
---
Casa Marsh

“Felix, che ti venga un accidente!” ringhiò Grape Jelly Sandwich. “Lo sai che di tutte le cose che non sopporto, la manipolazione è in cima alla mia lista!! Come ti sei permesso di farci prendere uno spavento a quel modo?”
Un altro animale si sarebbe saggiamente fatto indietro di fronte alla sfuriata di Grape. Ma Felix Marsh conosceva la sua vecchia amica d’infanzia, e non fece neppure finta di spaventarsi. Invece, teneva un braccio dietro la testa e la punta della lingua fuori dal sorriso. “Aww, dovresti essere contenta per me, Principessa.”
Grape rilesse la lettera del Dipartimento della Difesa, giusto per essere sicura del suo contenuto, e la fece in tanti coriandoli, per poi gettarli in faccia al soriano rosso. “Dovrei farlo con le tue viscere. Sei fortunato che potrei essere incinta, e non posso alterarmi…”
“Vuoi dire più di così?” disse Felix…per poi deglutire, alla vista del pelo gonfio di lei. Forse era davvero incinta, per reagire con tanta furia per uno scherzetto così innocuo—
E in quel momento, un’auto della polizia sfrecciò davanti a loro a sirene spiegate.
“Non stanno andando verso casa tua?” chiese Lucky alla gatta.
“Oh no…” Grape stava per scattare, quanto le forti braccia del malamute la sollevarono da terra. “Non ti devi stancare, Principessa,” disse Lucky. Poi il cane si mise a correre, affiancato da Felix e Maxwell.
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“Ciao, Joel,” disse la voce al telefono, appena il fratello di Martin fu entrato.
Fu come avergli dato un pugno allo stomaco, per come il sangue defluì velocemente dal suo volto. “Carl?”
La voce ridacchiò di un’allegria sinistra. “Ooh, allora ti ricordi dei vecchi amici, caro, caro Joel. Caro, schifoso traditore. Vedo che collaborare con gli schiavisti ha fatto bene alla tua fedina penale, vecchio mio. E dire che mi sarebbe piaciuto avere la tua compagna, in carcere. Un anno passa in fretta, lo sai.”
“Quindi tu sei il ciccione?” chiese Martin.
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Ufficio del Procuratore Distrettuale Alex Costantin

Coppers!” ruggì ‘Kostya’, che condivideva la ‘diretta’ da casa Foster per cortesia del Lucky Charm Grove.
Carl Coppers, la mente dietro una moltitudine di rapimenti di animali domestici da parte del PETA! Coppers, il più fanatico di quel branco di estremisti, l’equivalente animalista di un talebano. Non aveva detto una sillaba, dopo il suo arresto per il rapimento di Fox McCartney, pur di non tradire la ‘causa’. E si era fatto un anno per quel reato, dopodiché era sparito dai radar…
“Cosa diavolo hai intenzione di fare, adesso, lurido sacco di pus?”
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Ho già detto che è solo una cosa ghiandolare, smettetela!” urlò Carl, con un tono isterico, quasi femminile.
Martin si tolse la soddisfazione di un sorriso.
“E piantala di sorridere!” aggiunse in fretta Carl.
Martin voltò la testa verso l’angolo della parete davanti a lui…ed eccola lì. Grande come un pacchetto di fiammiferi, dipinta come la parete in modo da sfuggire ad una prima occhiata.
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“China Wireless Camera Set”, disse con voce neutra Keith. “Trasmette sugli 1.2 Ghz, in modulazione di frequenza, raggio di trasmissione ottimale, 20 metri, a meno di usare un amplificatore di segnale. Roba che si trova in Rete a 20 euro. E scommetto quello che volete che l’amplificatore si trova sul tetto.”
“Come diavolo ci è arrivata?” chiese il capo della polizia, Horace Norton, in teleconferenza insieme a Kostya. “Foster ha curato a dovere la sicurezza nella propria casa: chi ci ha messo una telecamera senza che lui non lo sapesse, o senza che i suoi apparecchi non lo registrassero?”
Fu Light, a rispondere. “Sono state le uniche creature abbastanza piccole da sfuggire alle telecamere, e il cui odore non avrebbe allarmato i suoi cani…”
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Martin capì. E non seppe se maledirsi per la sua leggerezza o se fare le congratulazioni a quel tizio per avere trovato un simile punto debole nelle sue difese. “I topi… Infame figlio di… Hai usato i topi per mettere quell’aggeggio sotto il mio naso!”
Dal telefono venne il suono di un applauso. “Svelto di comprendonio, esattamente come si dice di lei, Zio Martin! Ti ricorderò nelle mie preghiere perché la tua anima di porco schiavista marcisca nelle profondità più buie degli inferi. E ora che i convenevoli sono finiti, veniamo agli affari.
“Vi volevo tutti qui, miei cari, perché volevo informarvi che non ho fatto mettere solo una telecamera in camera tua, no. Ho fatto anche mettere una bella dose di esplosivi nei punti giusti, in modo che ad una semplice pressione del mio dito, la tua casa e tutti i suoi abitanti, e anche mezzo vicinato, si trasformino in una bella macedonia. Oh, e per favore di’ ai poliziotti di non entrare in casa, anche se credo che stiano già ascoltando la nostra conversazione, o boom!”
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Norton quasi strappò il microfono dalle mani del centralinista. “A tutte le unità! Annullare intervento! Annullare intervento!
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Parker si fermò proprio un attimo prima di sfondare la porta. Ralph, dietro di lui, vedendo il suo partner fermarsi, si arrestò sui propri passi a sua volta. Voltandosi, il cane vide che anche gli altri poliziotti si erano fermati, limitandosi ora a tenere le armi puntate verso l’abitazione e usando le portiere delle auto come scudi.
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Di nuovo, Carl applaudì nel telefono. “Magnifico! Semplicemente magnifico! Sapevo che lei aveva un canale aperto con la legge, Zio Martin. Posso chiamarti Martin, vero?”
Lo sguardo che l’uomo rivolse alla telecamera prometteva, piuttosto, le pene del tartaro. “Cosa vuoi, Coppers?”
“Oh, niente di speciale: vogliamo solo i tuoi soldi. Tutti. Fai una donazione alla nostra organizzazione, ti pulisci la coscienza, salvi un sacco di vite innocenti nel modo giusto invece che condannarle a quella tua squallida prigione, e siamo tutti contenti. Ti do’ un minuto per decidere, altrimenti sai cosa succede…”
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

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Oh boy this is getting exciting I wonder how Martin will get out of this one. I really can't wait for more Valerio. And that was Mean of Felix to trick Grape like that.
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lightwolf21
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by lightwolf21 »

It begins... :shock:
Carl really knows how to ruin a wedding day, and beef consumme off someone you really don't want mad at you.
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
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3.
Nei pressi di Casa Foster, Overview Drive, Babylon Gardens

“Cosa sta succedendo?!” per un momento, la voce angosciata di Grape risuonò sopra quelle che si accalcavano nella strada. Radio della polizia, animali, umani… C’era una vasta folla nei pressi del vialetto che portava alla villetta della famiglia Foster.
Fido si avvicinò rapidamente alla gatta, e fece per spingerla via, con gentilezza, ma anche con fermezza, mentre altri cani si frapposero fra il gruppo composto da lei, Felix, Lucky e Maxwell, e le transenne della polizia. C’era una cacofonia di ordini e voci e di luci dai lampeggianti delle autopattuglie.
“Grape,” disse Fido. “Zio Martin, i suoi animali, e…” prese un respiro profondo, sapendo che non poteva nascondere certo la verità, non alla sua migliore amica, “e la tua Mamma…sono prigionieri in casa. Un pazzo minaccia di farla esplodere, e—“ ma prima che potesse finire la frase, la gatta lavanda per poco non lo buttò a terra. Fido fu positivamente spaventato dalla trasformazione di Grape in una tigre allo stesso tempo terrorizzata ed assetata di sangue!
La mia Mamma è in pericolo! Lasciami, botolo, o giuro che ti---“ ma stavolta fu lei a ricevere un ceffone! Lo choc sembrò aiutarla a ritrovare la ragione.
“Siamo tutti terrorizzati!” disse Fido, a denti scoperti. “Ma ora più che mai è fondamentale stare calmi. Cosa credi di fare rischiando la vita tua e forse quella dei tuoi gattini? Ora calmati, Grape, ti prego. Vedrai che risolveremo anche questa crisi.” Le accennò un sorriso. “Lo sai che Zio Martin è capace di barare a carte con il diavolo, non può non avere pensato a una soluzione anche stavolta.” Lasciò poi andare la gatta, che si lasciò accogliere dalle braccia protettive di Maxwell.
“Peanut…” mormorò lei, mentre il gatto nero la accarezzava.
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Accademia Hunters del Corpo di Polizia Cinofila, Wyndham County

Lo schermo della sala cinematografica era stato trasformato in una finestra in diretta sul dramma in corso. La trasmissione era un mosaico di immagini riprese dalle telecamere degli autoveicoli.
In prima fila fra i cadetti dell’Accademia che affollavano la sala c’era Peanut Butter Sandwich. I suoi compagni di corso Sigmund e Bino gli stavano tenendo una mano per spalla, per consolarlo, mentre il povero cane osservava lo schermo come se avesse voluto buttarsici dentro e fare qualcosa…
“Ecco la differenza fra voi reclute e dei professionisti,” disse secca la voce del sergente istruttore Budweiser, in piedi sotto lo schermo. Un puntatore laser nella sua mano indicava a turno i vari cani poliziotto che aspettavano insieme agli umani.
Voi volete gettarvi a testa bassa contro il cattivo,” continuò Bud. “Loro sanno che senza una strategia non arrivano nemmeno alla porta, se questa storia della bomba è vera. Guardate ed imparate, reclute! Una crisi così impegnativa non capita tutti i giorni.” Da come lo diceva, sembrava quasi che gli dispiacesse che non accadesse più spesso…
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Uffici della Sicurezza, Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals

“Se questi esplosivi esistono,” disse Keith Greyfield al Procuratore e al Capo della Polizia, “allora sono piazzati nelle tubature del gas. Sono facilmente accessibili dai topi, e offre il massimo danno. Con tre cariche di C4, può fare saltare mezzo quartiere.”
“E come disinneschiamo questi esplosivi?” chiese Horace Norton.
“Sono comandati a distanza. Disponiamo dei jammers, ma dobbiamo prima conoscere il modello di detonatore e la frequenza su cui trasmette. A quel punto, potremo isolare l’esplosivo ed evacuare l’area in tutta sicurezza.”
“Il piano è buono, ma come ci arriviamo a quegli esplosivi senza che Coppers se ne accorga?” chiese il Procuratore Costantin.
Keith sorrise. “Conoscete il proverbio Chi di spada ferisce, di spada perisce, signori?”
“Non mi sembra il momento di giocare agli indovinelli, Greyfield!” ringhiò il capo della Polizia.
Senza scomporsi, l’ex Marine disse, “Mi metta in contatto con l’agente Fido Byron. Ora. E preghiamo che il signor Foster sappia guadagnare tempo.”
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Casa Costner

Un minuto.
Un minuto per decidere della vita e della morte sua, della propria famiglia e di Jane Sandwich, e Dio lo sapeva di quante altre persone…
Martin osservò attraverso la finestra la folla radunata di fuori: altri ostaggi. Se la casa era imbottita di esplosivo come quel pazzoide del PETA aveva detto, lo scoppio anche del solo edificio avrebbe riempito l’aria di shrapnel letali. Sarebbe stata un’ecatombe…
“Il minuto è trascorso, Zio Martin,” disse la voce di Carl Coppers dal telefono. “Allora, i soldi o la vita?”
Martin osservò i suoi cari animali – Antares, Aldebaran, Alcor, e la sua bella Mizar, incinta di due cuccioli – e Jane Sandwich, involontario ostaggio in quella follia… E osservò Joel. Povero fratello, anche lui maledetto dal proprio passato e dai propri errori. Se c’era qualcuno che capiva la sua angoscia, quello era proprio Martin…
Alla domanda di Coppers, Martin disse, con tutta la calma del mondo, fissando la telecamera, “Vai al diavolo.”
I presenti lo fissarono con tanto d’occhi, e lo stesso Carl non doveva essere rimasto meno sorpreso. “..Prego?”
Martin sorrise. Mostrò quella sua espressione di sfida che avrebbe mostrato di fronte al nudo teschio della Grande Mietitrice. “Ho detto, ‘вбирайся’, se non si fosse capito.”
I due gemelli Antares e Aldebaran ridacchiarono, così come gli altri due animali, che l’ucraino un po’ lo masticavano.
Ora Martin non rideva più. “Non me ne frega niente dei tuoi psicodrammi e delle tue crociate, Sig. Ghiandolare: quello che io e te sappiamo è che non potevi sceglierti peggiori ostaggi!”
“Foster, io—“
“Avresti già fatto detonare le bombe, altrimenti. Mi hai spiato, sai quanto ami i miei animali e sai che morirei per loro e sai che se ammazzi un solo innocente in nome del tuo traviato concetto di ‘libertà per gli animali’, mi togli ogni singola ragione di cooperare, e addio soldi.” Con la testa, indicò Jane Sandwich. “La donna è incinta di quattro mesi. Se muore lei, farai meglio a trovarti tu ben nascosto nel Cocito, o quando ti prendono, e lo faranno, ti sbattono a Guantanamo fino a quando il Sole non diventerà una gigante rossa!”
Dal telefono, venne solo il silenzio.
Martin annuì. “E ora che abbiamo messo in chiaro la situazione, sappiamo entrambi che neppure io mi metterei a giocare con delle vite innocenti, perciò facciamo così: tu lasci andare i miei animali e la donna, e permetti l’evacuazione dell’isolato. A quel punto, vado al computer e ti faccio il bonifico più schifosamente ricco che tu abbia mai visto. Il rifugio fallirà, e tu avrai avuto la tua bella vendetta. Joel resterà con me, come garanzia della mia buona volontà. Che ne dici? Ti do un minuto per decidere, poi ti resterà in mano solo un pugno di mosche e una fedina penale nei registri del’FBI.”
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“Ma è pazzo?!” A giudicare dalla voce nella teleconferenza, Norton doveva essere pronto ad un colpo apoplettico.
Invece, Costantin era decisamente compiaciuto. “No, signore: quell’uomo conosce la gente, gliel’ho detto. Foster potrebbe usare la falce della Mietitrice per farsi la barba. E ci ha appena regalato tempo prezioso. Giusto, Greyfield?”
Keith sorrise come un predatore. “Non potrebbe avere più ragione, signor Procuratore.”
“L’agente Fido Byron del corpo cinofilo è in linea, signore,” disse l’addetto alle comunicazioni.
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Dopo un minuto esatto, la voce ora meno baldanzosa di Coppers disse, “Va bene, Foster: falli uscire. Ma tu e il traditore restate nella stanza.”
Martin cercò di non mostrare il proprio sollievo. Annuì e si voltò verso gli altri. “Andate, allora, forza. Jane, coraggio, hai una famiglia a cui badare.” Guardò verso la pancia di lei, poi le sorrise e le strizzò l’occhio. “Ce la caveremo, vedrai.”
A suo merito, Jane riuscì a mantenere il controllo. Prese le mani di Mizar e Alcor e li portò con sé. “Coraggio, piccoli, andiamo, su.” Loro, invece, guardarono prima lei e poi il loro umano, e scossero la testa.
“Non ce ne andiamo senza di te,” disse Mizar, la voce tremante. “Io non voglio diventare mamma senza di te!”
A quel punto, Antares la prese fra le braccia, e Aldebaran fece lo stesso con Alcor. I due animali bianchi sapevano che agitarsi era inutile, non avevano lontanamente la forza per spezzare la presa dei loro fratelli.
Era la seconda volta che Martin si doveva separare dai suoi amati figli per proteggerli, ma non aveva scherzato dicendo a Coppers che non avrebbe dato via un centesimo, se ciò fosse costato la loro vita.
Dalla finestra, Martin e Joel videro che i poliziotti stavano evacuando l’isolato nel modo più veloce ed ordinato possibile. Vide, nel mare di pellicce, quella di Grape che si stava riunendo in lacrime alla sua genitrice. Almeno voi sarete al sicuro, piccoli.
Quando la strada fu evacuata, Coppers disse, “Ora di mettersi al lavoro, Zio Martin.”
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Gli occhi di Keith di illuminarono di una gioia feroce. “Fregato, ciccione!”
“Che cosa sta dicendo, Greyfield?” chiese Norton.
“Sto dicendo che ci ha appena detto che sta sorvegliando l’isolato da una posizione sopraelevata, in un punto delle colline dove possa usare un radio detonatore senza barriere, e soprattutto un punto accessibile da una strada, in modo da potersela squagliare in tutta fretta mentre le forze di polizia sono impegnate in strada.” La mappa 3D delle colline intorno ad Overview Grove si mise a ruotare, mentre apparivano in rosso le zone dove poteva trovarsi il loro uomo… “Tuttavia, per potere localizzare con esattezza la posizione, devo sapere che tipo di detonatore sta usando, e quest’informazione dipende dall’agente Fido… O meglio, da un suo amico.”
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“Joel, sai dov’è il portatile. Vallo a prendere. Ora.”
Joel uscì di corsa, e poco dopo si udirono i suoi passi scendere per le scale.
Carl suonava decisamente soddisfatto. “Zio Martin, fossero tutte così ragionevoli, le persone, il mondo sarebbe un posto migliore! Sappia che il suo denaro sarà usato nel miglior modo possibile. Le siamo sinceramente riconoscenti!”
Martin fissò la telecamera. “Non hai intenzione di lasciarci vivere, dopo, giusto?” Quasi poteva vedere il ciccione fare spallucce.
“È mio dovere di futuro capo del movimento mandare un messaggio: non si può fare il doppiogiochista con la causa.”
Martin annuì. Inutile tentare di ragionarci, con un simile folle: a suo confronto, persino il capobranco dei molossi assassini di Casa Whiteman era un individuo ragionevole… “Possiate spenderli in medicine, grassone.”
La voce nel telefono disse delle cose irripetibili.
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Mentre procedeva lungo le condutture del gas, Spo pensò solo che dopo una missione come questa avrebbe dovuto chiedere una promozione ad agente ed un giubbotto tutto per sé!
Era da quando aveva fatto amicizia con Fido, che sognava un momento di gloria come questo! Praticamente, dipendeva tutto da lui, da quell’informazione che doveva fornire presto e bene attraverso quel fortissimo mini auricolare che gli avevano messo nell’orecchio…
Trovato! Era proprio dove quel tizio del rifugio gli aveva detto di cercare, sotto la casa di Zio Martin! Un bel pacchetto grigio, simile a un blocco di DAS, con le lettere C4 stampigliate sull’involucro di plastica, e una scatolina dalle luci lampeggianti fissata al panetto. Due cavi correvano dall’esplosivo, su, lungo la parete, verso la volta…
Spo però non aveva un secondo da perdere. Si avvicinò cautamente a quella roba puzzolente e riferì quanto stampigliato sulla scatola del detonatore…
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“TMP-RT01K4,” disse Keith, ripetendo quanto riferito dal topo. “Detonatore a lungo raggio, 4 canali radio, massima distanza mille metri.” Ad un suo cenno, la mappa delle aree interessate fu ridotta ad un solo punto che, in linea d’aria, rientrava in quella distanza per permettere a Coppers di fare un disastro e squagliarsela. “Spo, sei stato grande. Ti raccomanderò personalmente come agente, se necessario. Ora rientra in tutta fretta.”
“Potete fare qualcosa?” chiese Norton.
“Sì. Vedete, anche se quel detonatore è molto versatile e non abbiamo modo di localizzare per tempo la frequenza da fermare, è stato attaccato fisicamente ad un baracchino economico che opera su un solo canale. Distruggendo il baracchino, il detonatore, a causa della sua posizione, non potrà ricevere il segnale per la deflagrazione.”
“Quindi basterà piazzare un tiratore scelto presso Casa Foster e distruggere il ripetitore della microcamera, se ho capito bene?”
“Esatto, Capo Norton. Abbiamo—“ In quel momento, squillò…il suo cellulare. Keith osservò incuriosito l’apparecchio, chiedendosi chi diamine che conoscesse fosse riuscito a rintracciarlo! Quel numero ce lo avevano solo Light e Foster…
Lo smartphone continuò a squillare. Finalmente, Keith se lo portò all’orecchio. “Greyfield.” Ascoltò per qualche istante, mentre il suo volto si faceva sempre più stupefatto. “Io… Ma certo, Signore. È davvero una…piacevole sorpresa. No, penso proprio che non ci siano obiezioni di sorta. Grazie, Signore, e bentornato!”
“Greyfield?” chiese Kostya.
L’ex Marine lo ignorò. Light riconobbe quell’espressione: qualcuno stava per passarsela molto, molto male…
“Greyfield! Con chi stava parlando?”
Attento, Tenente! Ogni lettera espressa in quella crisi sarebbe diventata prova in un’aula di tribunale… “Con un vecchio amico, signore.” Per fortuna che quel cellulare non poteva essere intercettato, e per ottenere un tabulato ci si sarebbe dovuti rivolgere ad un provider in Islanda..!
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Martin aprì il portatile e lo accese.
“Coraggio, Zio Martin,” disse Coppers, ormai impaziente. “Vogliamo comprare delle belle scarpe.”
Il portatile era pronto. Martin iniziò a digitare sulla tastiera. Greyfield, maledizione, forse non ho pregato per un giorno come questo, ma ho pagato per un giorno come questo! Vedi di non deludermi proprio ora! Aprì il collegamento con la sua banca. Mentre digitava, diceva, “Occorrono non meno di quindici minuti perché il bonifico vada a buon fine, se le coordinate che mi ha dettato sono corrette. Nessuna banca fa muovere simili somme senza un controllo preventivo.”
“Va bene, basta che ti muovi!”
Martin scambiò un’occhiata con Joel. In realtà, per sua stessa disposizione, i fondi erano già stati congelati nel momento in cui aveva lanciato l’allarme alla polizia, al rifugio…ed al proprio istituto di credito. Non sarebbe uscito un solo centesimo dal conto, neppure se fosse stato rapito e consegnato un pezzo per volta ai familiari… Ma questo il ciccione non lo sapeva. Coppers era ormai accecato dalla quantità di soldi che già stava contando. Un quarto d’ora era tutto quello che Martin aveva, poi…
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lightwolf21
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by lightwolf21 »

AHH, Valerio left it in the middle of a very suspenseful situation. :o
Didn't even finish the sentence ... the ultimate cliffhanger!

I get the feeling this is going to be a long episode. :D :D :D
Last edited by lightwolf21 on Fri Sep 17, 2010 8:23 pm, edited 1 time in total.
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by IceKitsune »

Oh this is getting really good Valerio. Such a great Cliffhanger I can't wait to see its conclusion. :mrgreen:
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Barkeron
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by Barkeron »

Oh snap....Carl is insane! Great chapter there Val. The suspense is killing us.
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

4.
Casa Foster, Babylon Gardens

Quindici minuti.
Abbastanza per pensare e ripensare alla propria vita, alle cose belle e brutte fatte e subite, e a quelle che ancora mancavano da fare.
Martin Foster pensò che forse sarebbe stato meglio avere i classici pochi secondi, per vedere quel film. Perché era quando pensavi a quello che ancora non avevi fatto, che ti sentivi furioso.
Quattordici minuti.
Forse era meglio occuparli in modo più costruttivo che fissare lo schermo di un portatile, fingendo di attendere che fra poco sarebbe partito un bonifico di 150 milioni di dollari per un’organizzazione di fanatici che li avrebbe usati per rovinare le vite di chissà quanti animali domestici, per ‘liberarli’ dalle loro famiglie e condannarli al randagismo…pardon, alla loro ‘vera’ vita.
Il bonifico non sarebbe mai partito. Martin Foster aveva dato disposizioni perché i soldi venissero congelati appena fosse scattato un allarme rapimento. Martin Foster voleva che ai rapitori fosse chiaro che i loro ostaggi non avevano alcun valore se non le proprie stesse vite.
Martin Foster aprì il cassetto della scrivania.
“Che stai facendo?” disse la voce di Carl Coppers dal telefono. Il vivavoce era ancora collegato, mentre una microcamera studiava attentamente ogni mossa del proprietario de Lucky Charm Grove e di suo fratello.
“Rilassati, ciccio,” rispose Martin. Il mio fratellino ed io avremo ben diritto…” mise la mano nel cassetto e prese un pacchetto blu con su scritto ‘Life’. Lo mostrò alla microcamera. “..all’ultima sigaretta, no?” Poi aprì il pacchetto, e ne estrasse due sigarette elettroniche. Ne passò una al fratello, che scosse la testa. “Ma guardalo, il salutista che mi fa la predica per il fumo sul lavoro.”
Martin fece spallucce. “Fanno così schifo che non viene certo la voglia di fumare, ma hanno la quantità giusta di nicotina per un’occasionale tirata.” Sollevò una sigaretta all’indirizzo della microcamera. “Alla tua salute, ciccio.”
“*sigh* È ghiandolare… E poi, mi sembri un po’ troppo tranquillo, per uno che sta per diventare un puzzle sanguinolento, Foster.” La tensione stava crescendo, e ora Carl Coppers era meno sicuro di sé…o forse stava pensando a tutti i soldi che gli sarebbero piovuti fra undici minuti in un conto offshore. Certo, c’era di che perdere la testa, non si diventata multimilionari tutti i giorni, giusto? “Cosa stai tramando? Lo so che sei un tipo dalle molte risorse, e non solo quelle finanziarie.”
Martin inalò una boccata, ed espulse una nuvoletta azzurrognola. “Sto consolandomi al pensiero che prima o poi la legge vi arriverà addosso come una dozzina di valanghe. Conosci anche tu il Procuratore Distrettuale Alex Costantin: per questa tua furbata, ti farà personalmente a brandelli.” Le spalle furono scosse da una breve risatina. “Heh, il Giudice dovrà solo disporre dei tuoi rifiuti, altro che sentenza. Vale la pena crepare sapendo questo, ciccio.”
Smettila di sfottermi!!” di nuovo la voce di Coppers venne fuori come quella di una ragazzina isterica. “Pensi di essere migliore perché sei magro e pieno di soldi?!? Chi sta per farti saltare in aria, eh, schiavista?? Tutti quei soldi, e la cosa migliore che sai fare è costringere degli innocenti in un carcere, farli morire giorno per giorno col pensiero di dovere passare solo nelle mani di un altro schiavista!!” Ansimava come un bue asmatico.
Ogni manuale di negoziazione 101 diceva che era meglio non cercare di scatenare crisi isteriche in una persona delirante e armata di detonatore, ma Martin non era neppure un ostaggio. Era un uomo morto, per quanto ne sapeva, e poteva permettersi di spassarsela un po’. Soprattutto, nel peggiore dei casi, la Polizia e la Procura avrebbero avuto le prove di un omicidio premeditato, di una tentata strage.
Così, Martin Foster disse, “Quindi, deduco che tu non sia venuto a visitare il Charm, eh? Peccato, è un posto un tantino diverso da come te lo immagini… Ma già, che sciocco.” Martin schioccò le dita. “Se avessi mostrato la tua faccia lì, adesso potresti solo nutrirti a minestrine.”
“Puoi abbellirlo come vuoi nelle tue brochure, Foster, ma sappiamo entrambi la verità!”
Altro sbuffo di fumo. “E come potrei dimenticarmela? La vostra organizzazione ci sommerge di volantini e spam ogni giorno. Il mio ragazzo della posta vuole gli straordinari solo per toccare quella roba. Avete distrutto mezza foresta amazzonica per comunicarmi le vostre bubbolate. Che peccato che nel frattempo abbia ridato salute e speranza a tanti randagi, eh? Di’ ben su, Carl, ti piace quando la gente abbandona gli animali per le vacanze, eh? Eppure sul vostro sito non distribuite certo medaglie o elogi:in fondo, fanno il vostro lavoro, e lo fanno gratis.”
Dal telefono venne una risatina. “Infatti, penso proprio che sia l’unico vero atto di clemenza che quegli schiavisti fanno alle loro vittime.”
Martin, che aveva visto che razza di sofferenza fosse invece per quelle povere creature ritrovarsi sole, ferite dentro, e affamate, rivolse alla microcamera un’occhiata che avrebbe potuto fonderla. Con una calma innaturale, disse, “Spero che ripristinino l’impiccagione per quelli come te, psicopatico.”
Joel osservava quello scambio di battute sentendosi ancora più in colpa per il suo passato. Ma davvero si era fatto coinvolgere in quella pazzia? Gli sembrava tutto un incubo lontano, soprattutto il rapimento di Fox… “Carl?”
“Ehiii! Il traditore non ha perso la favella, allora!” Carl applaudì. “Credevo ti fossi consumato la lingua, dopo averci consegnato alla polizia, Joel bello. Come posso esserti disutile?”
Joel si avvicinò alla microcamera. “Se speri di spaventarmi, caschi male. Non mi sono pentito di avere fatto forse l’unica cosa buona nella mia vita. Io gli animali li volevo aiutare, non farli soffrire! Ti ricordi di quel cane che avevamo rapito? Fox? Be’, ha più coraggio e gentilezza lui in un’unghia che tu sotto quelle pieghe di lardo!”
“Joel, attento…”
Joel mostrò un’espressione sprezzante identica a quella di Martin. “Attento a che? E piantala di fare il Kapò! Tanto, fra…” rivolse un’occhiata al monitor, “fra otto minuti noi saremo morti e tu sarai ricco. Perciò, se mi va di chiamarti riserva ambulante di lardo, lo faccio! Vuoi rendere felici degli animali? Buttati sotto una macchina e lascia che si sfamino con te, vedrai che almeno l’inverno glielo fai passare!” esalò un lungo sospiro. “Dio, da quanto volevo dirtelo, puzzone che non sei altro!” E diede il cinque al fratello.
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Uffici della Sicurezza, Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals

Dalla sua parte della teleconferenza, il capo della polizia dei Gardens, Horace Norton, parlava come se stesse vedendo la sua carriera spirare insieme alla propria anima immortale. “Greyfield,” disse al capo della sicurezza del rifugio. “Faccia sapere a quei due pazzi che se ne escono vivi dovrò farci quattro chiacchiere.”
Keith Greyfield non disse nulla. Sorrideva. Diede il pugno al suo lupo, Light.
“Voglio essere come loro,” disse l’animale. “Li amo.”
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Ufficio del Procuratore Distrettuale, città

Anche il PD Alex ‘Kostya’ Costantin taceva, ma non sorrideva.
Il suo istinto, unito a quello che sapeva di Martin Foster, gli diceva a lettere cubitali, che stavolta non avrebbe avuto proprio niente da processare, se non un cadavere. E forse neanche quello -quel pazzo di Coppers era entrato nella madre di tutti i nidi di vespe..!
Ma gli dispiaceva per lui? Come essere umano, Alex più ascoltava quel folle, più desiderava averlo fra le mani per fargli personalmente l’iniezione letale. Come Procuratore, avrebbe voluto davvero fare di quel grassone un caso eclatante per i media
Tanto, ho la sensazione che entro 24 ore il blog di Simon darà un bel resoconto di questa vicenda in esclusiva…
Alex Costantin prese un tubetto di Tylenol dalla scrivania e mandò giù quattro pillole. Meglio prevenire, che curare…
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Presidio di Polizia di Babylon Gardens

Quando Joel disse a Coppers cosa pensava di lui, Fox diede il cinque al suo Papà. “Te l’avevo detto che era una brava persona, no?”
Bill annuì da dietro i suoi occhiali neri. “Ha un bel fegato. Avevi ragione, piccolo, e scusami per avere dubitato del tuo giudizio.”
“Gli faremo una bella festa, quando ne esce, eh?”
Bill non osava incrociare le dita. Ancora cinque minuti… “Ci puoi scommettere, bello,” disse, arruffando la testa del cane.
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Stepford Hills

Seduto nel furgone bianco Ford, mentre fissava il piccolo schermo a colori, Carl Coppers era viola per la rabbia. Guardò il pulsante del detonatore, appoggiato al cruscotto. Oh, come era tentato di rinunciare ai soldi e vedere quei due volare via insieme in una nuvola di fuoco e detriti…
Cinque minuti, solo cinque minuti! “Oh oh, che spasso!” disse nel microfono. “Se proprio ci tenete, mi terrò qualcosa per il chirurgo estetico e un programma di fitness. Peccato che non potrete vedermi prima e dopo la cura, ah ah!”
“Ehi, sei entrato nello spirito!” disse Martin. “Grasso che cola, eh?”
Quattro minuti, quattro minuti! “Ride bene chi ride ultimo, Foster. Comincia a dire le tue preghiere.”
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Tre minuti.
Da una distanza di sicurezza, Jane, Earl e Grape Jelly Sandwich si prepararono a vedere la casa di Martin e quelle vicine diventare palle di fuoco.
Grape, stretta fra i suoi genitori, pensò solo che era un peccato che si sarebbe rovinato il libro di foto di nozze di lei e Peanut.
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Due minuti.
All’Accademia Cinofila Hunters, Bino e Peanut si strinsero per farsi forza.
“Almeno le ragazze sono al sicuro,” disse il cane di Jake Costner. “Zio Martin è stato fegatoso.”
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Un minuto.
Antares, Aldebaran, Mizar e Alcor non potevano fare altro che guardare, ormai.
Papà…
Poi il suono di uno sparo lacerò l’aria! Contemporaneamente, una nuvoletta di detriti di plastica e polvere si sollevò dal tetto di Casa Foster!
La gente e gli animali in strada si ritrassero in tutta fretta, mentre la polizia cercava di mantenere l’ordine.
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Alla stazione di polizia scoppiò il caos! Norton stava cercando di capire che stesse succedendo e sbraitava nel microfono. Agenti umani e canini stavano andando alle pattuglie.
E il tempo era scaduto…
“Capo Norton?” disse la voce di Martin Foster nell’altoparlante. E la scena sembrò congelarsi, la stazione piombò in un silenzio irreale…
“La bomba è stata disattivata. Mandate gli artificieri a prenderla.”
La gioia esplose in un lungo coro.
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La comunicazione arrivò immediatamente alle autopattuglie e da lì alla folla. L’urlo collettivo liberatore risuonò fino alle colline.
Fido prese il piccolo Spo dalla testa e gli piantò un gran bacio sulla testa. “Sei stato il migliore! Ti dobbiamo un sacco, grande piccolo topo!”
Spo si fece tutto rosso. “Ehh, ho solo fatto il mio dovere, capo. E ora, se proprio vuoi farmi un favore, mettimi a terra. Ho un’ultima cosa da sbrigare.”
Martin e Joel Foster uscirono in quel momento dalla casa, salutando con il braccio. Joel tirò su i pollici. E ovviamente furono i loro animali e Grape a raggiungerli per primi.
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Nella sala proiezioni dell’Accademia, per poco le pareti non vennero giù per i cori di gioia.
“Ehi, Peanut!” disse Sigmund. “Quel tizio è fantastico! Ti prego, dicci che adotta!”
“Voglio i suoi biscotti!” esclamò Tobee, commosso fino alle lacrime, guardando i due umani come fossero stati due Dei.
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Ritratto di un uomo in pieno panico!
Un pallidissimo e sudaticcio Carl Coppers stava continuando a premere il pulsante del detonatore come se ripetere quel gesto potesse fare l’impossibile.
Aveva premuto il pulsante nel momento in cui lo schermo era stato riempito dall’effetto neve. Come poteva essere stato così stupido da credere che quel figlio di *&%£$ avrebbe ceduto? Ma centocinquanta milioni di dollari…per la causa doveva provarci, no?! Era per questo che aveva permesso agli animali di allontanarsi, non ce l’aveva con loro, voleva solo quei soldi ed una piccola vendetta contro Joel, che c’era di male??
Finalmente, la voce della ragione si fece largo nella sua mente agitata. Carl capì che col trasmettitore distrutto, la bomba era inutilizzabile. Doveva andarsene di lì prima che arrivasse la polizia!!
Ma prima che la sua mano potesse andare alla chiavetta di accensione, il furgone fu come scosso da un calcio! Si udì un suono secco, come una piccola esplosione, poi una nuvola di vapore fu vomitata dal radiatore.
Cecchino!
Carl aprì lo sportello. Finché era la dentro, era un bersaglio perfetto! E in più, se un proiettile faceva scoppiare il furgone…
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Dalla sua posizione, l’uomo che rispondeva al nome di Kevin Fitzgerald Marsh, Tenente Colonnello dell’USSOCOM, inquadrò il suo nuovo bersaglio nel reticolo del suo CheyTac Intervention.
Colpire il ricevitore era stato facile. Il più era stato trovare in fretta una posizione da cui inquadrare sia casa Foster che quel fetente che aveva osato mettere in pericolo un suo caro amico, ed il suo gatto.
E nessuno poteva mettere in pericolo il ragazzo di Kevin F. Marsh, e uscirne vivo! Gli dispiaceva solo che non avrebbe terminato lui il lavoro, ma almeno questo terzo punto lo avrebbe messo a segno…
Il grilletto fu premuto.
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Carl sentì come se un mostruoso pugno lo avesse colpito alla spalla! Udì il suono dello sparo una frazione di secondo dopo.
L’uomo del PETA cadde a terra, dove rimase, senza fiato, pallidissimo. Che strano, non faceva neanche tanto male…
Ancora in preda al panico, Carl provò a rialzarsi…e la spalla, o meglio quel che ne rimaneva, a quel punto, gli lanciò una fitta di dolore terribile! Carl ricadde a terra, urlando di dolore. “Ah..ah…ah..” ansimava, sentiva freddo. Era lo choc, lo sapeva, ma era troppo confuso per…
Quattro lunghi, profondi, gourmand ringhi risuonarono intorno a lui.
Carl sollevò lo sguardo. “No…”
Le foglie secche risuonarono con lenti scricchiolii, mentre le quattro figure dal manto folto e grigio avanzarono da tutti i lati, le zanne snudate e sbavanti, gli occhi pieni di una furia mostruosa, il pelo del collo dritto, le orecchie piatte contro il cranio, la postura a quattro zampe propria del predatore pronto a infliggere morte…
Carl strisciò verso il furgone. Piangeva senza ritegno. “No…vi prego, no…”
I lupi Milton continuarono ad avvicinarsi.
“Hai osato minacciare della brava gente,” disse Miles, con una voce che sembrava quella di Garm in persona. Sembrava impossibile che quel mostro fosse il civile e gentile lupo che si era insediato ai Gardens con la sua famiglia. “Hai osato fare del male a tanti innocenti, nella tua vita…”
“Volevi vedere come si comporta un ferale?” disse Lucrezia, che affiancava il marito, mentre Daryl e Caelia si avvicinavano dai fianchi.
L’ultimo lascito di Carl Coppers al mondo fu il contenuto della propria vescica…
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“Compagni rivoluzionari, un brindisi!”
I topi sollevarono i loro pezzi di spugna imbevuti di Fanta e ruggirono la loro gioia, poi si spruzzarono il liquido ambrato in bocca, mentre dal palco il loro leader faceva lo stesso.
Il topo con la benda all’occhio riprese in mano il minuscolo megafono e disse, “Con la fine del putrido umano Martin Foster, e del suo regime di oppiacea corruzione delle masse rivoluzionarie, il proletariato riprenderà il suo posto al sole, insieme ad ogni singola casa degli umani dittatori!!”
La folla lo acclamò di nuovo.
“Compagni della Libera Repubblica dei Topi! Oggi festeggiamo, domani conquistiamo!”
La folla stava per acclamare di nuovo, quando un’altra voce amplificata disse, “Ma vatti a fare un bagno, va’!”
Il topo leader si voltò bruscamente. “Chi osa?! Chi osa giocare a fare il reazionario in questo sacro momento??”
Dalla tenda, emersero le due familiari figure di Spo e Squeak. “I nuovi capi osano, compagno Joseph Boris Trostsky. Da questo momento, dichiariamo sciolta la tua ‘presidenza’!”
La folla era ammutolita. JB stava sputacchiando per la rabbia. “T-tu-tu-tu… Tu come osi! Servo dei grassi capitalisti, traditore della causa! E dimmi,” aggiunse, avvicinandosi a passi pesanti ai due ‘controrivoluzionari’. “E come pensate tu e la tua amichetta reazionaria di combattere contro la mia gente, eh?”
In risposta, una gigantesca zampa coperta di pelliccia lavanda sbucò da dietro la tenda e afferrò saldamente JB Trostsky!
La folla dei topi urlò, in preda al panico, e cercò di fuggire…solo per trovarsi la strada sbarrata da un gatto rosso ed uno nero, che come i colossi di Rodi custodivano le uniche vie di fuga. E sembravano davvero arrabbiati…
Da dietro il palco, emerse una familiare gatta con una medaglietta a forma di pesce.
“Caro ex-Presidente,” disse Spo, “ti presento Grape Jelly, e quei due sono Maxwell e Felix. Grazie alla tua idea di cooperare con quel grassone, hai rischiato di fare morire la mamma di Grape, e Grape non l’ha presa bene, e neppure i suoi due amichetti. Ora, prima che tu diventi un bel bocconcino, sappi che l’amico Martin è vivo e vegeto, quindi…” fece spallucce. “Insomma, la vita a volte è ingiusta.” Mostrò il pollice levato alla gatta Sandwich. “Buon appetito, dolcezza.”
I topi radunati non osarono vedere, ma udirono fin troppo bene il suono che fecero le mascelle di Grape…
Dopo che la gatta ebbe deglutito, Spo prese il suo megafono, e sempre affiancato da Squeak, disse ai topi con voce stentorea, “Amici! Da oggi comincia per noi una nuova vita! Basta rivoluzione, basta rancore! Il mondo sopra di noi è un mondo a volte ostile, spesso difficile, ma c’è almeno una brava persona disposta a darci rifugio e cibo, e se anche si tratta di quella stessa persona che avreste voluto uccidere, egli nulla ci farà mancare!
“Noi topi abbiamo una dignità, e vi dico che da oggi essa verrà rispettata! Chi di voi verrà con me, da ora sappia che potrà prosperare. Chi di voi resterà qui, sappia che non gli sarà concessa altra occasione. Allora, amici, siete con me??”
La folla approvò in modo esplosivo –e, comunque, sempre meglio quella promessa che finire nelle fauci dei tre gatti…
Squeak diede una discreta strizzata alla coda di Spo. “La prossima volta che fai un discorso e non ci metti la parola ‘noi’, amato leader…” e lasciò la frase in sospeso.
Spo la prese fra le braccia e la baciò! La folla scoppiò in un nuovo applauso. “Mia cara, tu mi ami proprio perché sono il capo più tosto! Se non ti piaccio, mettimi sotto impeachment.” Poi, il topo si rivolse a Grape. “Ehi, ragazza, per quello che vale, ti faccio le scuse a nome dei miei simili, per questa carognata. Se Zio Martin mantiene la sua parte della promessa, non un topo infesterà più le vostre case.” Tese la zampina alla gatta.
Grape gli offrì il dito. “Conoscendolo, penso proprio che questo sia un addio, allora. *burp!* siete proprio sicuri di non volere tornare? Fido e Joey sentiranno molto la vostra mancanza.”
Spo si strofinò gli occhi. “E non farmi piangere, su, che di emozioni ne abbiamo avute fin troppe per oggi!” Poi scosse la testa. “Qualcuno deve stare dietro a questa massa di rivoluzionari, aiutarli ad inserirsi nella vita civile. E se qualcuno fa il cattivo, ti faccio un fischio, promesso! Ringrazia quel botolo da parte mia, anche se non so come farà senza di me. E soprattutto, ringrazia Sabrina: lei sa perché.”
---
Casa Marsh. Circa trenta minuti dopo.

PAPA’!” Felix Marsh andò ad abbracciare il suo umano nel momento in cui scese dalla macchina. “Sei tornato! Sei tornato davvero! E stavolta resti, vero? La lettera diceva che…”
Kevin annuì. “Mi sono dimesso. Volevano propormi di andare in Afghanistan, e ho detto a quei guerrafondai del piffero cosa ne pensavo, e che neppure gli arresti fino al prossimo millennio mi avrebbero fatto cambiare idea. Lavorerò per la sicurezza del rifugio e passerò quanto più tempo possibile con te, ragazzaccio. Ti voglio bene, Felix!”
“Ti voglio bene, Papà. Grazie. Grazie…”
---
Cappella del Lucky Charm Grove

Padre William Ghetti chiuse l’acquasantiera, e annuì alla coppia.
“Parola del Signore, ora siete sposi, Alcor e Mizar Foster. Potete baciarvi, e per favore fatelo prima che a qualcun altro venga in mente di rapire vostro padre.”
La chiesa esplose in una lunga risata e in applausi, mentre il gatto e la femmina canina si scambiarono una lunga comunione delle loro labbra…

Stagione II
Episodio 10
FIN
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lightwolf21
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by lightwolf21 »

Oh, :shock: , how awesome.
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
Also:
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

thank you my dear *bows
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Tiggy
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by Tiggy »

Awesome chapter ^_^

lotsa action! x3
Jason Mraz wrote: My goal is to show everyone that they, too, can do what they love to do.
Daggy wrote: Look a shadowpriest, what a cutie.... POW
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

Tobee wrote:Awesome chapter ^_^

lotsa action! x3
Yup! Must be the echoes of 'The Expendables' still burning into my soul :lol:
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Andrea
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by Andrea »

write chapter 11.NOW.
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"In nomine Libertatis vincula aedificamus; in nomine Veritatis mendacia efferimus." -Michele Salvemini aka CapaRezza
"Let there be light! That was, uhm... God. I was quoting God."
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

hehe! Working on it! :mrgreen:
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by IceKitsune »

Another great chapter ValerioCarl meeting the wolves was funny I loved it him getting what he deserved. The part with the mice was great also I'm just sorry to see Spo and Squeak have to go. I can't wait for more Valerio :mrgreen:
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Barkeron
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by Barkeron »

And its another great chapter Val. I wonder what happen to carl after the wolves got to him. Hmmmm...
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

Post by valerio »

let's say that it wasn't a pleasant fate... :?
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Barkeron
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.10: Nozze di Guerra!

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valerio wrote:let's say that it wasn't a pleasant fate... :?

I just leave it at that then...
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