Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futura

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valerio
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Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futura

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HOUSEPETS! LA SERIE
Stagione II
Episodio 16 – Memorie di una vita futura
Di VALERIO

1.
Casa Foster, Babylon Gardens, 30 Ottobre 2010. Ore 20:00

“Wow.” Martin Foster bevve un bicchier d’acqua. “Wow,” ripeté. Un sorriso inebetito gli stirava le labbra. “Sono così orgoglioso di te, lo sai, figliolo?”
Il colossale cane nero che rispondeva al nome di Antares si sentì quasi svenire dal sollievo. “Dici davvero, Papà??”
L’uomo annuì. Posò il bicchiere sul bancone della cucina e andò ad abbracciare forte il cane. “Il mio ragazzo si vuole fare uomo!” Gli diede un gran bacio sulla guancia, poi lo rimirò dalla testa ai piedi, tenendolo fermo per le spalle muscolose. “Prima Mizar che diventa mamma, e ora tu che vuoi mettere su famiglia, e nientemeno che con Caelia! Dio, mi fate sentire sempre più vecchio, voi bricconi!” Gli arruffò la testa. “Spero che non vogliate trasferirvi nei boschi, voi due: se proprio ci tenete a far tana fra gli alberi, ricordate che ho un parco abbastanza ampio.”
Antares arrossì tutto. “Papà! No, no, staremo tutti con te e gli altri. Caelia è d’accordo, non vi lasciamo.”
Il gemello Aldebaran gli diede un pugno giocoso nel costato. “Se riesci a convincere una lupa nella scelta della tana, allora sei degno di essere il suo compagno. Sono fiero di te, fratello.” E gli diede un abbraccione a sua volta, a cui seguì una leccata sulla guancia. “Posso far parte del vostro branco, vero? Mi hai promesso che posso essere il beta.”
Antares annuì. “E sarai tu ad occuparti dei cuccioli ogni volta che sarà necessario.”
“Whoa,” intervenne Martin. Aveva gli occhi sbarrati. “Siamo già alla fase figliata? Cos’è, è scoppiata un’epidemia di genitorite acuta? Caelia è già incinta? Devo avvertire Stanwick di preparare un altro letto per il part—hmphrt!” fu interrotto da una zampa impellicciata premuta con forza sulla bocca.
“Papà, calmati,” disse Antares, che era diventato ancora più rosso. “Per ora io e Caelia siamo solo ottimi amici, cioè, più mezzi fidanzati, ma non abbiamo ancora...err...”
Martin rise. “Okay, okay, scusami, signor romanticone! E dimmi una cosa? Che ne pensa, Daryl? In fondo, lui non è mai stato veramente entusiasta della vita presso questa comunità. Potrebbe avere qualcosa da obiettare.”
Antares si mise seduto al tavolo da pranzo. “Dobbiamo ancora parlargli, a dire il vero, e Caelia intende farlo con la mia parte di famiglia presente. Anche per questo, è determinata sull’argomento ‘cuccioli’: vuole dimostrare a suo padre che fa sul serio, e non c’è niente di più serio, per un lupo, di una figliata.”
Martin annuì. “Quindi l’invito a cena di stasera da Rex’s riguarda questa cosa: cibo per addolcire gli umori, buona trovata.”
Antares si mise una mano dietro la testa, facendo sporgere la lingua. “L’ha pensata lei.”
Martin ridacchiò. “Le lupe sono notoriamente più intelligenti, è normale...” in quel momento, squillò il cellulare. Martin lo prese. “Scusate, ragazzi... Foster. Oh, ciao, Sabrina. No, lo sai che non disturbi affatto, dimmi...”
I due cani videro l’umano impallidire di colpo.
“Le è successo cosa? Sì, capisco...per quanto possa capirne di queste cose... Al rifugio, adesso? Chi devo portarmi..? No, no, va bene, mi muovo subito. Saremo a casa tua in un baleno. Non ti muovere.” Martin chiuse la comunicazione, poi compose un numero rapido. Attese qualche istante, poi, “Fox? Ho bisogno di qualcuno del club a vigilare su casa mia e casa Sandwich, per stanotte... Bene, grazie. Io devo andare, adesso, ti spiegherò dopo. Ciao.” Mise il telefono in tasca e si rivolse ai suoi cani con un’espressione cupa. “Abbiamo un problema.”
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Casa Sandwich. 30 Ottobre 2010. Ore 20:00

“E adesso un bel boccone…Ahmm!” Le labbra coperte di bianca pelliccia si chiusero gentilmente sulla forchetta e sul pezzo di carne al formaggio che reggeva fra i rebbi.
“Hmm,” mugolò Grape Jelly, masticando. Prima della sua gravidanza, la scaloppina alla valdostana era il piatto che Mamma le cucinava per le occasioni speciali. Adesso era festa ogni giorno, e in più Peanut era sempre pronto a correre a prenderle qualunque goloseria di cui le venisse voglia, anche nel cuore della notte.
I suoi cibi preferiti, coccole e gattini scalcianti. Hmm, bella cosa questa gravidanza…
Peanut Butter porse la forchetta a Max, e il gatto prese a tagliare un altro boccone. “Altro latte, mia bella?” chiese, indicando il bicchiere vuoto.
Grape si pulì la bocca col tovagliolo. “No grazie, caro”
Max porse la forchetta col nuovo boccone a Peanut, che nutrì di nuovo la gatta sdraiata al centro del lettino, in mezzo ai suoi belli.
“Dopo, Trivial?” chiese Max.
“Twister!” propose Peanut con entusiasmo. “Facciamo una partita a Twister!”
I due gatti lo guardarono come se fosse impazzito. “Ah,” disse Grape. “Amore… E’ molto lusinghiero che tu mi creda ancora capace di giocare a Twister, ma…” Si puntò il ventre che, a meno di due mesi dal giorno fatale, ormai le impediva di stare sui due piedi.
“Appunto,” disse il cane. “Finalmente posso batterti, a quel gioco.” E le mostrò la lingua in un’allegra smorfietta. Una frazione di secondo dopo, un piatto di patatine fritte lo centrò con forza al volto! Quando il piatto scivolò via, mostrò una maschera da pagliaccio di patatine e ketchup, con due vistosi baffi di ketchup.
“Un’altra battuta sul mio aspetto,” disse Grape, seria come un samurai, “e niente coccole fino al parto. E ora vatti a pulire, infame cagnaccio.”
Peanut prese un sopracciglio di patatina e lo passò su un baffo, prima di mangiarlo. “Dac: Scusami.” E le diede un bacetto sulla guancia, macchiandola di rosso.
“Incorreggibile bietolone,” borbottò Grape, pulendosi.

Peanut entrò in bagno e accese la luce. Usò dei fazzolettini di carta per darsi una prima ripulita, poi avvicinò lo sgabello al lavandino. Salì fino al lavandino e aprì l’acqua calda. Lo specchio si appannò di vapore mentre il cane si lavava per bene –uh, il ketchup sulla pelliccia faceva proprio un disastro!
Peanut dovette sciacquarsi più volte, prima di tornare a profumare. Non capiva perché i gatti detestassero l’acqua, sentirsi puliti dopo un bagnetto era una gran sensazione…
Peanut pulì lo specchio appannato, e sfoggiò un sorriso zannuto da tirabaci. “Rowr.” Dopodiché, incominciò a fare tutta una serie di pose –macho dai bicipiti tosti, seduttore a-la-Gable, cucciolotto innocente, Humphrey Bogart con sigaretta, Padrino. Mimando di indossare una giacca, disse, “Ti farò una proposta che non potrai rifiutare.” Sì, con quella avrebbe fatto un figurone, stasera...
Poi Peanut fece una smorfia triste: peccato che domani non avrebbero potuto fare ‘dolcetto o scherzetto’, non con Grape ridotta così... Be’, almeno avrebbe avuto un po’ più di tempo per finire il regalo per lei. E poi, sembrava proprio che Grape avesse trovato nuova ispirazione per la sua fanfiction di Pridelands. Era già da un po’ che aveva ripreso a scrivere senza sosta, e quando era così concentrata, era pericoloso distrarla...
Peanut ancora si chiedeva come mai lei stesse facendo leggere a Joey i suoi lavori invece che a lui. Lo sapeva che lui era un fan dell’opera di Miss Tara S. Auburn, e che gli piaceva come scriveva lei...
“Peanut Butter Sandwich,” disse una voce, scuotendolo dai suoi pensieri. Ancora, però, il cane non si era accorto che la voce veniva...dallo specchio? “Oh. Ciao, Sabrina,” disse, alla vista della gatta nera. “Che ci fai nel nostro specchio?”
Sabrina Ambrose aveva un’aria terribilmente seria. I suoi occhi erano due perle gialle, lucide, prive di pupille. Peanut non ricordava di averla mai vista così cupa. “Peanut, ho bisogno di te. E’ della massima importanza.”
Il cane picchiettò sul vetro, la testa chinata di lato in curiosità.
“E non fare così, mi fai venire il mal di testa.”
“Scusami. Però non posso lasciare Grape così, a quest’ora...”
“Si tratta di Tarot.”

Grape osservò l’orologio a muro per l’ennesima volta. “Ma si sta facendo il bagno per davvero?” borbottò.
“Tutto tempo per noi, allora,” disse Max, porgendole l’ultimo boccone.
La gatta arruffò la testa di lui. “Non perdi proprio un’occasione, eh? Piuttosto—“ Qualunque cosa volesse dire, fu interrotta dallo spalancarsi della porta.
“Scusamiamoremadevoproprioandare!” Peanut irruppe in camera come un invasato. Afferrò il volto di Grape e le diede uno dei suoi migliori baci. “Non ho proprio tempo, ti spiego dopo, scusami ancora! Max, trattala bene mi raccomando!” e fu fuori dalla stanza prima ancora che due stupefatti gatti potessero capire cosa stesse succedendo.
“Peanut!” stava dicendo Earl, nel momento in cui anche la porta di casa fu aperta e chiusa in tutta fretta.
Max andò alla finestra e vide il cane salire a bordo del pickup di Martin Foster. Nel vano di carico stavano già Antares e Aldebaran...
Poi si udì da basso il suono del telefono. Earl suonava quantomeno seccato. “Martin! Ma che diamine sta succedendo? Dove stai portando il nostro ragazzo... Cosa? Tarot? Cosa c’entra...” seguì una pausa di alcuni secondi. Alla fine, il Papà di Peanut sembrava abbastanza convinto. “Va bene, ma la prossima volta evitate di farci queste sorprese, Jane e Grape non ne hanno proprio bisogno. E neppure io, a dire il vero.”
Max e Grape si scambiarono un’altra occhiata stupefatta. Poi entrambi scesero dal letto, nel momento in cui Earl entrò in camera. “Ragazzi, Tarot è scomparsa! Martin mi ha detto che ha bisogno dell’aiuto di Peanut per trovarla. Voi sapevate qualcosa?
I gatti scossero la testa all’unisono. “Niente di niente,” rispose Max.
“Non posso dire di conoscere Tarot,” aggiunse Grape, “salvo che è sempre stata una cagnetta tranquilla. Non mi è mai sembrata il tipo da fuggire di casa...” A dire il vero, e quello non lo disse, quella volpina di Pomerania le era sempre sembrata strana da paura. Per quanto ne sapeva, poteva essere scappata di casa per andare a caccia di funghi magici. Halloween era vicino, giusto?
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Casa Ambrose

Peanut capì che la cosa era davvero brutta nel momento in cui vide Fido. Il cane poliziotto più celebre dei Gardens era sempre stato controllato, sempre calmo, e le volte in cui si era davvero infuriato, per fare un esempio, si potevano contare sulla punta delle dita.
Solo un’altra volta Fido si era abbandonato alla disperazione che ora gli deformava il volto. Il povero cane sedeva sulla soglia di casa, e alla vista di Martin e degli altri corse verso di loro. Quasi si aggrappò all’umano. “Siete qui per Sabrina?? Lei...Zio Martin, lei si è chiusa in casa e non mi sta dicendo niente. E—“ smise appena udì la porta aprirsi piano.
La gatta nera emerse uscì. La sua espressione era solenne, il suo portamento...diverso. Come se improvvisamente fosse invecchiata e maturata ulteriormente. “Grazie per essere venuti,” disse al gruppo di Martin. I suoi occhi brillavano come fari, di luce propria. La sua voce possedeva una profondità che persino Fido non aveva mai udito prima. “Abbiamo poco tempo. Ora, per favore, accompagnatemi al rifugio.” Camminò verso il pickup, concentrata solo nei propri pensieri, come se i presenti fossero stati fantasmi.
“Sabrina...” Fido le afferrò la mano. “Per favore, non tenermi fuori, cosa sta succedendo?”
L’espressione di lei sembrò raddolcirsi, mentre i suoi occhi continuavano a brillare. “No. Amore mio, ci sono cose di cui anche una persona meravigliosa come te deve rimanere all’oscuro. E’ per il tuo bene...”
Ma il cane poliziotto non la lasciò, né si fece convincere da quelle parole. La sua espressione si fece severa, la sua voce ferma, venata dei toni familiari del protettore di Babylon Gardens. “No! Qualunque cosa sia, l’affronterò con te. Soprattutto se riguarda una cara amica come Tarot. E non m’importa di quanto possa sembrare folle, improbabile, o pericoloso. Sabrina...” Fido le prese l’altra mano, e gentilmente la tirò a sé. “Io ti amo. Ho giurato di starti vicino, sempre. Ho sprecato anni preziosi a stare lontano da te, invece, per paura dei pettegolezzi degli altri. Perciò, adesso e mai più ti permetterò di combattere da sola una battaglia. Ti fidi di me?”
La risposta di Sabrina fu un bacio appassionato e allo stesso tempo gentile. “Mi fido di te,” disse. “Puoi perdonarmi?”
Fido annuì. “Sempre. Ora andiamo?”
L’espressione della gatta tornò di colpo a quella neutra. “Ora dobbiamo muoverci. Dobbiamo iniziare il rito prima che scocchi la mezzanotte.”
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Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals

Il rifugio, come ogni sera, era illuminato dai lampioni, dalle luci dell’eliporto e da quelle dietro le finestre degli uffici e degli appartamenti dell’edificio di venti piani che era il Dormitorio.
Il pickup di Martin si fermò all’ingresso principale, dove lo stavano attendendo Kevin Marsh, vice capo della sicurezza, insieme al Primario della clinica veterinaria, Dottor Mordecai Stanwick.
“Come sta il nostro ospite a sorpresa?” chiese Martin, procedendo verso la clinica, seguito dal resto degli animali.
“Stabile,” rispose Stanwick. “A dire il vero, sta recuperando con una velocità impressionante, viste le condizioni iniziali. E’ già pienamente cosciente e ha mangiato quattro pasti. E non sembra intenzionato a restare un minuto di più nella sua stanza.”
“Avete tentato di sedarlo?”
Stanwick annuì. “I sedativi più comuni non funzionano. E’ una cosa rara, ma non intendo imbottirlo di psicotropi fino a quando non trovo quello giusto, capo. Oh, e ha chiesto proprio di lei e degli animali che l’accompagnano. Da come parla, sembra che la conosca molto bene, capo.”
Martin annuì. “Ha fatto un buon lavoro, doc. Kevin, voglio la Stanza Colloqui Zero pronta per quel gatto, me e questi animali. E per quella stanza, disattivi tutti i sistemi di sicurezza e telemetrici salvo i dispositivi antincendio. Protocollo Verde-1alfaMFsc01009302100.” Non ripeté il comando. Se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe dovuto cercarsi un sostituto per quell’incarico.
Kevin annuì. “Provvedo immediatamente, capo.” Martin era un maniaco del controllo, e non avrebbe chiesto una simile misura per non meno dell’equivalente della dichiarazione di guerra del Giappone agli USA!
Martin tornò a rivolgersi a Stanwick. “Faccia trasferire il paziente alla Stanza Colloqui Zero. Ora.”
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Challenger01
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Challenger01 »

I am slowly counting down the episodes to season three :D.... but when I get this to run through Google Translate, I'll leave you an actual comment, or maybe just edit this one ;)
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I'm going to go to a Furry Convention wearing a shirt that says "I'm a Furry. All I do I Pawrty" Please tell me you get that joke.
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Challenger01 wrote:I am slowly counting down the episodes to season three :D.... but when I get this to run through Google Translate, I'll leave you an actual comment, or maybe just edit this one ;)
awright!
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Tiggy
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Tiggy »

Mysterious.. :p
Jason Mraz wrote: My goal is to show everyone that they, too, can do what they love to do.
Daggy wrote: Look a shadowpriest, what a cutie.... POW
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

Oh I can't wait to see what happens next Valerio. :lol: The secene with Peanut,Grape and Max was funny silly Peanutyou don't do that to your wife. Were did Tarot go? What in the world does Streak want? There are so many questions that need to be answered I can't wait! :mrgreen:
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Barkeron
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Barkeron »

Peanut you are just too silly at times. Haha. Well Val, you surprise me, yet again with the twists and turns in the series, I like it.
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

2.
Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals, Babylon Gardens

La Stanza Colloqui Zero.
Detta anche ‘la Stanza dei Folli’.
Laddove le altre Stanze dei Colloqui erano dedicate agli incontri fra gli ospiti del rifugio e i candidati genitori adottivi, la Stanza Zero era dedicata agli incontri fra lo staff di psichiatria e quegli animali talmente traumatizzati da dovere essere tenuti in isolamento. I folli, appunto.
Martin aveva giurato che non sarebbe stato ucciso uno solo degli animali sotto la tutela del rifugio, a meno di casi talmente disperati che la morte sarebbe stata una soluzione auspicabile. A riprova di ciò, Martin aveva fatto distruggere per prima cosa l’inceneritore del vecchio rifugio: mai più il simbolo di tante perdite innocenti avrebbe macchiato il panorama o i cuori degli ospiti. E ogni morto avrebbe avuto degna sepoltura o cremazione al Remembrance Hill Pet Cemetery, invece di essere trattato come...spazzatura.
Nonostante il nome, era in questa stanza che il Primario di Psichiatria, Dottor Robin Keaton, percorreva i primi passi per aiutare i suoi pazienti a vincere i loro fantasmi.
Stasera, la numero Zero sarebbe servita per un ben altro tipo di colloquio...

Quando il gatto entrò, i suoi occhi studiarono i presenti: Martin Foster, Peanut Butter Sandwich, i gemelli Antares e Aldebaran Foster, Sabrina Ambrose e un ultimo ospite inaspettato… “Toh, salve, Fido Byron.”
Sul momento, nessuno dei presenti, soprattutto Fido, riconobbe quel felino dalla pelliccia nera, solcata nel suo mezzo, dalla fronte alla coda, da una striscia scarlatta.
Per quanto ne sapeva Martin, quella creatura era apparsa dal nulla in una delle stanze del Dormitorio. E, sempre stando al rapporto di Stanwick, stava fin troppo bene considerando che fino a poche ore prima era più morto che vivo.
Il gatto fece un breve inchino. “Scusatemi per questa…improvvisata riunione. Potete chiamarmi Streak. E se volete sapere di più, devo chiedervi il favore di aprire completamente le vostre menti, di abbandonare ogni preconcetto, accettare quello che dirò senza discutere.”
Fu Peanut il primo a rispondere, “Se ci puoi aiutare a trovare Tarot, va bene.”
Martin annuì. “Posso dire di avere visto parecchie cose in cielo e in terra, mister. Ti ascolterò.”
“Anche noi,” dissero i due cani neri.
Fido strinse la mano della sua ragazza. “Mi adeguerò alla situazione, se Sabrina così mi chiederà.”
Streak contemplò i presenti uno ad uno un’ultima volta, prima di mettersi a sedere sul posto libero al tavolo rotondo. “Avete portato quanto vi ho chiesto?”
Martin si mise una mano in tasca, ed estrasse l’oggetto che aveva preso con sé, su indicazione di Sabrina quando questa l’aveva chiamato a casa. Posò l’oggetto sul tavolo: un frammento oblungo di cristallo, grezzo, dai riflessi smeraldini, del diametro di circa un pollice.
Un fondo di bottiglia, per chiunque altro. La prova che altri mondi oltre la nostra filosofia esistevano, per i presenti, escluso Fido.
Perché quello era quanto rimaneva dell’Occhio di Marubia, un artefatto fittizio, partorito dalla fantasia di Tara Simmonds Auburn nel suo blockbuster letterario, Pridelands. Un oggetto divenuto reale, nell’oltremondo, nella dimora degli spiriti, dove sogni ed incubi si avveravano… Un posto che i presenti, ad eccezione di Fido e Sabrina, avevano visitato per salvare l’anima di Martin Foster dalle grinfie degli spiriti inquieti di Casa Whiteman…
Alla vista del frammento, Streak annuì. “Ottimo. Adesso, permettetemi di spiegarvi.” Si alzò di nuovo in piedi, e andò verso il distributore dell’acqua. Prese un bicchiere, e lo riempì.
Streak bevve un sorso, senza vuotare il bicchiere. Poi…lasciò cadere il bicchiere. I presenti sobbalzarono come se fosse scoppiato un petardo.
Con tutta calma, il misterioso gatto tornò al tavolo. “Sapete spiegarmi cosa è successo?” chiese con la massima calma.
“Hai…hai fatto cadere il bicchiere?” Disse Peanut.
“Il bicchiere è caduto, e l’acqua si è sparsa,” disse Martin.
Streak annuì. “Due facce della stessa risposta.
“L’universo esiste su una moltitudine di piani, tutti accomunati da una sola costante: le sue leggi fisiche. Quelli come me lo chiamano ‘il percorso lineare’. In qualunque linea temporale ci si possa trovare, si potrà contare sulle stesse, identiche leggi fisiche. Qualunque cosa succeda, energia e materia avranno un solo ed unico comportamento in determinate condizioni. Senza eccezioni. Nella dimostrazione che vi ho appena fatto, la gravità ha fatto cadere il bicchiere, da cui l’acqua è spillata.
“Le cose si complicano quando entrano in gioco gli esseri senzienti, o meglio, quegli esseri capaci di scegliere un percorso. Perché ogni scelta, non importa quanto apparentemente insignificante, che sia per consumare un virus invece di un altro, oppure scegliere da che parte del volto iniziare a radersi…ogni scelta genera una partizione degli eventi, o ‘cronolinea’. Nella dimostrazione, avrei potuto tenere in mano il bicchiere, oppure lanciarlo con forza, o bere prima tutta l’acqua…e tante cronolinee ora esistono in funzione di queste possibili scelte. Ma una sola è quella che sto vivendo, quella in cui ho fatto una scelta precisa.
“Naturalmente, noi non ci accorgiamo di queste partizioni. Ogni individuo esiste in funzione della propria cronolinea, crea un percorso che segue dal suo primo vagito di capriccio alla morte. E solo ad entità al di là della nostra scala di esistenza è concesso di osservare l’infinita ragnatela di eventi creati ogni secondo delle nostre vite. Ogni filo di quella tela è un universo ‘alternativo’, come lo chiamereste voi.
“Normalmente, come ho detto, questi universi così sottilmente interconnessi nascono ed esistono senza che i loro abitanti si accorgano gli uni degli altri. A volte, alcuni di loro hanno il potere o la conoscenza per superare la barriera degli eventi, o ‘attraversare la soglia’…” Streak fece una pausa, per lasciare agli altri il tempo di assorbire quella lezione-lampo su dei concetti che a lui avevano richiesto così tanto tempo per essere studiati…
“Come ha fatto Tarot,” disse Martin, a fior di labbra. “Ha lasciato questa cronolinea.”
Streak annuì.
“Non capisco,” disse Peanut, grattandosi la testa. Aveva un’espressione triste. “Perché Tarot se n’è andata così all’improvviso?”
“Non è stata una decisione frettolosa,” intervenne Sabrina. La gatta nera aveva le orecchie basse e un’espressione così dispiaciuta d spezzare il cuore di Fido. “Per compiere un simile incantesimo occorre tempo, tempo e molta dedizione. Tarot ha studiato a lungo questa soluzione, e io non l’ho capito se non ora. Mi dispiace…”
Fido le cinse le spalle, e le diede un bacio sulla testa. “Amore, non è colpa tua…”
“Sono la sua migliore amica. Non c’è segreto che non abbiamo condiviso, e questa cosa…” si voltò a guardare Peanut. “Ti ama, Peanut. Ti ha sempre amato con una passione che eguaglia la tua per Grape. E come tu avresti sacrificato la tua felicità per quella della tua gatta, Tarot ha sacrificato la propria per la tua. Credevo davvero che avesse superato il dolore, ma mi sbagliavo.”
“Non poteva uccidersi,” disse Martin, gelido, mentre fissava il frammento dell’Occhio di Marubia. “Se lo avesse fatto, la sua esistenza ultraterrena sarebbe stata incompiuta, sarebbe diventata uno spirito inquieto e alla fine pericoloso. Come…” Come lo erano diventati Helias, Honcho, Ringo…e tutti gli animali sacrificati nel Pet Fight Club di casa Whiteman…
Sabrina annuì. “Il solo modo per trovare la propria felicità, insieme a Peanut e allo stesso tempo lontano da lui, era di lasciare questa realtà. Ma così facendo…”
“Così facendo,” continuò Streak, “ha creato uno squilibrio. Un vuoto, per la precisione.
“Vedete, non importa quanto breve possa essere l’esistenza di un vivente, esso è parte del proprio universo. Quello che fa ha delle ripercussioni, tutte egualmente importanti, che sia per salvare un mondo o andare al gabinetto.
“Uscendo da questa cronolinea, Tarot ha rimosso tutte le potenzialità delle proprie azioni, ha cancellato sul nascere un’infinità di cronolinee. Il suo futuro qui è diventato tabula rasa. E, peggio ancora, in un altro universo ora esiste un futuro che non dovrebbe esserci.
“Ed è qui che intervengono quelli come me: i Viaggiatori. Noi correggiamo le anomalie temporali e dimensionali, e solitamente facciamo un buon lavoro. Ma Tarot ha preso molte precauzioni. Si protegge bene, e se anche avessi la forza necessaria a riportarla qui per la collottola, lei finirebbe col fuggire di nuovo.” Streak sospirò. “Un cuore spezzato può avere tanto potere quanto uno gonfio d’amore.
“Ed è per questo che mi servite voi. Io posso darvi i mezzi con cui raggiungere la vostra amica. Ma dovrete essere voi a convincerla. E non potrete permettervi il lusso di fallire, o sarà letteralmente la fine del mondo come lo conoscete.”
Un lungo silenzio accolse quell’ultima frase. Fu Fido a spezzarlo, alla fine, dicendo, “Cosa intendi dire?”
Streak si fece cupo. “Tarot pensa di avere scelto saggiamente, spostandosi verso una realtà a lei adatta, ma così facendo ha creato un ponte fra due cronolinee. Lo squilibrio deve essere compensato, e le due cronolinee diventeranno una. Oh, non sto parlando di collisioni planetarie o galattiche, niente di così drammatico. Più semplicemente, gli eventi della cronolinea da lei scelta diventeranno parte di questa. E, credetemi, da dove sono appena venuto non vorreste proprio andarci.”
Di nuovo quel prolungato silenzio. Poi fu Peanut a dire. “Ma se rischiava di fare…insomma, di combinare un guaio, perché ha fatto quello che ha fatto?”
Fu Sabrina a rispondere. “Tarot non ha la conoscenza necessaria per…capire fino in fondo le conseguenze del suo gesto. Ha usato quello che sapeva in buona fede, per lenire il proprio dolore.”
Peanut uggiolò, la testa sprofondata nelle spalle. “Allora è colpa mia. Io credevo che volesse solo essermi amica, non che mi amasse davvero…”
Sabrina posò una mano sulla spalla di Peanut. “In un certo senso, lei stessa non credeva di innamorarsi di te. Ricordi cosa disse, la prima volta che vi vedeste?”
Peanut annuì. Quella era la prima sera del primo dei ‘falsi appuntamenti’ fra Grape e Max, e Peanut era rimasto a casa, da solo, tormentato dall’angoscia di avere appena ceduto il passo al suo rivale in amore, terrorizzato all’idea che Grape si potesse davvero innamorare di quel gattaccio di strada e dimenticare il cane che aveva aperto a lei il proprio cuore…
E quando la disperazione sembrava sul punto di sopraffarlo, avevano bussato alla porta. Ed eccola lì, una volpina di Pomerania che lui non aveva mai visto. E lei gli aveva detto, “Mi chiamo Tarot. Gli spiriti mi hanno avvertito di questo tuo momento di bisogno, e sono qui per essere tua amica e confidente. Posso entrare?”
E Peanut ricordava di avere passato una discreta serata. Certo, non era felice come avrebbe potuto esserlo con Grape, ma almeno non era solo soletto…
E mentre Grape portava avanti quella ‘falsa relazione’ con Max, relazione che sembrava diventare sempre più vera un giorno dopo l’altro, un mese dopo l’altro, Peanut aveva continuato a frequentare Tarot. E Tarot gli aveva mostrato tante cose strane, avevano parlato di tarocchi e di magie. Peanut aveva letto libri di eso-esotermia-esoterismo! Ma erano noiosi, anche se le figure erano proprio belle!
La cosa che più gli era dispiaciuta, era che non riusciva ad avvicinarsi a Tarot. In quel periodo, era così vicino a dire basta, a piantare tutto e smettere di farsi ossessionare da un amore non corrisposto… Ma per lui, Tarot restava solo una cagnetta buffa che faceva un pessimo tè. E non aveva mai il coraggio di dirle la verità, mentre lei si prendeva cura di lui per lenirgli il dolore…
E poi, come per magia, la scintilla era scoccata una seconda volta fra Peanut e Grape, in una fredda mattina d’inverno. Era riuscito finalmente a dirle di nuovo quanto l’amasse, quanto le fosse mancata…e aveva scoperto che lei non lo aveva mai dimenticato. E le cose avevano cominciato a rimettersi a posto…
E Tarot era rimasta da sola… “Mi dispiace,” disse Peanut, mordendosi il labbro per non piangere. “Mi dispiace tanto.”
Sabrina gli accarezzò la schiena. “Tarot voleva aiutarti, Peanut. Davvero, lei non ha mai pensato di rubarti a Grape.”
“Ma adesso chissà dov’è, e io non so cosa fare! C-che cosa le dico, se me la trovassi davanti?”
Sabrina gli rivolse un caldo sorriso. “Sono sicura che saprai pensare a qualcosa. Sei una creatura meravigliosa, Peanut Butter. Sai sempre cosa dire per lenire un cuore triste. Hai rinsaldato il rapporto con Grape, hai aiutato me e Fido a dichiararci al mondo…vedrai che potrai aiutare Tarot nel migliore dei modi.”
Peanut tirò su col naso. “Dici davvero?”
“Dico davvero.”
Peanut annuì. “Allora ci sto! Andiamo a salvarla!”
“Questo è lo spirito, campione!” Martin diede una pacca alla schiena del cane. Antares e Aldebaran posarono le zampe su quella di Peanut. “Insieme fino in fondo,” dissero all’unisono.
Poi anche Fido, e infine Sabrina, imitarono quel gesto. “Uniti. Per Tarot.”
Per Tarot.
Per due universi…
“Cosa dobbiamo fare?” chiese Fido.
“Oh, è molto semplice.” Streak indicò l’orologio a muro. “La mezzanotte è vicina. A mezzanotte ed un secondo esatto, sarà Halloween. Per ventiquattro ore, le porte dell’Oltremondo si aprono, la magia è più potente che in tutto il resto dell’anno. E la nostra bella streghetta,” il Viaggiatore indicò Sabrina, “aprirà la porta per permettere a Fido, Peanut ed i gemelli di raggiungere la cronolinea dove Tarot si è rifugiata. Ventiquattro ore, signori: è tutto quello che avete per trovare Tarot, convincerla a tornare e tornare indietro. Non un microsecondo di più. Fallire non è un’opzione. Domande?”
“Solo una,” disse Martin. “È davvero così brutta…in quell’universo alternativo?”
Streak annuì. “Diciamo che un misantropo ci starebbe proprio bene.”
“Un’altra cosa.”
“Prego.”
Martin osservò la porta chiusa. “Saranno assenti per ventiquattro ore, giusto? Non posso tenere chiusa questa stanza per un giorno intero, scoppierà un casino quando—“
Streak sollevò una mano. “A questo penserò io, abbi fiducia, umano di poca fede.”
Nessuno aggiunse altro. Da quel momento, non fecero che aspettare in un silenzio carico di pensieri, di timori, per sé e per i propri cari, mentre l’orologio sembrava non volere muoversi.

Peanut voleva aiutare Tarot, lo voleva davvero. Ma aveva paura, e non per l’avventura che stava per vivere…ma perché aveva paura che gli succedesse qualcosa, che Grape potesse rimanere da sola! Grape, e i gattini che lui voleva vedere nascere…
Ma non sarebbe stato giusto abbandonare Tarot! Lei lo aveva aiutato tanto, non meritava di fare chissà che fine, da sola, mentre lui aveva tutto quello che aveva sempre desiderato!

Martin rimase seduto, abbracciando i suoi cani. Non gli importava di rischiare la vita, ma non avrebbe sopportato la perdita dei suoi amati ragazzi… Eppure, adesso una creatura innocente aveva bisogno di loro. Peanut aveva bisogno di loro, e se l’aiuto di questo umano era richiesto, l’umano non si sarebbe tirato indietro!

Sabrina e Fido attesero, stretti l’una all’altro. Fido lo aveva già detto: non si sarebbe tirato indietro, succedesse quel che doveva succedere! Pregava solo che Sabrina e Tarot si salvassero: sapeva quanto contasse quella cagnetta per Sabrina, e comunque lui avrebbe sempre messo l’incolumità della sua gatta davanti alla propria…

L’orologio ticchettò. I secondi divennero minuti. I minuti ore…
A mezzanotte meno un minuto, Sabrina prese il frammento dell’Occhio di Marubia. “Peanut, ora voglio che ti concentri. Guarda nell’Occhio, ed esprimi un desiderio, esprimi il desiderio di trovare Tarot.” La sua voce diventava una cantilena sempre più ipnotica man mano che parlava. “Esprimilo forte come non hai mai fatto. Fissa l’Occhio, Peanut, solo l’Occhio…”
Mezzanotte meno 30 secondi. Il suono delle lancette ormai riempiva la stanza insieme alla voce di Sabrina.
Peanut guardò nel cristallo rotto, senza neppure sbattere gli occhi. Pensava a Tarot forte forte come gli era stato detto, la fronte aggrottata in concentrazione.
“Stai andando bene, Peanut.” Ora la voce di Sabrina riempiva il mondo intero, come se venisse da ovunque, insieme al ritmico ticchettare delle lancette. “Stai andando da Tarot, la tua cara amica che ora ha tanto bisogno di te…”
Mezzanotte meno 10…9…8…7…6
Peanut vide le stelle dentro il cristallo smeraldino. Erano come le luci di un’infinità di fuochi artificiali che correvano verso di lui, lasciandosi dietro infinite strisce di mille colori. La voce di Sabrina era scomparsa, salvo che per l’eco dell’ultima parola da lei pronunciata.
“…Tarot…”
…5…4…3…2…1…
“Tarot,” disse Peanut Butter Sandwich.
31 Ottobre, 00:00:01
Halloween!
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Tiggy
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Tiggy »

Even more mystery!
Jason Mraz wrote: My goal is to show everyone that they, too, can do what they love to do.
Daggy wrote: Look a shadowpriest, what a cutie.... POW
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

I knew it I had a feeling that's what Tarot did. Now its up to Peanut to save the world. That should be exciting I wonder what could have happened in the alternate universe? I can't wait to find out.
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Barkeron
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Barkeron »

Go Peanut, get to Tarot before its too late.
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Blue Braixen
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Blue Braixen »

Poor Tarot...
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lightwolf21
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by lightwolf21 »

Wow, this is going to be awesome. XD
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
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valerio
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

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3.
Dal diario di Kevin Fitzgerald Marsh, Capo della Sicurezza del Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals

Anno 1, mese 1, giorno 1 Dopo l’Uomo. Ore 00:01
È finita.
Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo combattuto la Guerra per terminare tutte le Guerre. E abbiamo perso tutti.
Einstein diceva che non sapeva come sarebbe stata combattuta la III Guerra Mondiale, ma sapeva cosa avrebbero usato nella Quarta: pietre e bastoni.
Esagerava. Non credo proprio che alla fine rimarranno abbastanza persone da fare una nuova guerra mondiale.
Rimarranno gli animali.
Siamo rimasti in sessanta, nel rifugio antiatomico del Charm… Pardon, di quel che ne resta. Cinquanta animali, dieci umani. L’attacco è giunto come un ladro nella notte, molto profetico. La maggior parte del personale era in ferie, e comunque non ci aspettavamo problemi…voglio dire, chi si sarebbe preoccupato delle solite notizie allarmistiche che venivano dal resto del mondo? Cosa ci importava se in qualche remoto angolo del pianeta si combatteva una battaglia per difendere dei popoli di cui neanche riuscivamo a pronunciare il nome?
Stupida globalizzazione.
E invece, avevano preparato tutto. Chi? I russi? I cinesi? Gli iraniani? Ha importanza?
Noi abbiamo subito il primo attacco. Noi abbiamo risposto. Qualcun altro ha risposto a sua volta. Pop goes the World.
Il rifugio è attrezzato. Il Signor Foster sapeva il fatto suo. Vorrei che fosse venuto con noi. Vorremmo che la guerra non fosse scoppiata. Vorremmo che l’umanità non fosse nata con la predisposizione ad autodistruggersi.
Vorrei un Big Mac.

Anno 1, mese 1, giorno 20 Dopo l’Uomo. Ore 14:30
Il personale umano si è lasciato andare a crisi isteriche. Ho dovuto sedare un paio di infermieri. Gli altri si sono fatti consolare dagli animali.
Gli animali stanno reagendo molto bene. Non con fatalismo, quanto con uno spirito di adattamento che evidentemente avevamo sottovalutato. Beccatevi questa, specisti! La vantata ‘superiorità umana’ si sta sgretolando sotto lo stress. Credo che alla fine saranno i nostri sottovalutati coinquilini di questo mondo a gettare le basi della nuova civiltà…
Le notizie che giungono attraverso l’etere non sono confortanti: soprattutto, i messaggi dalla Rete di Emergenza Nazionale sono cessati. E già dopo due settimane, i toni dei discorsi presidenziali erano goffi, forzati, a volte rotti dal pianto.
Non oso chiedermi quanto sia stata dura per davvero.

Anno 1, mese 2, giorno 40 Dopo l’Uomo. Ore 17:00
Cinque suicidi fra il personale umano. Il contatore geiger all’esterno dice che il livello di radiazioni è ancora nocivo, ma meno di quanto mi aspettassi. Forse il vento e le piogge hanno portato via il grosso del fallout. Non sento più parlare alla radio.
Devo organizzare dei gruppi per l’esplorazione esterna e la valutazione dei danni. È chiaro che non possiamo aspettare l’arrivo dei soccorsi.
È chiaro che le cose stanno davvero male, là fuori.

Anno 1, mese 2, giorno 41 dopo l’Uomo. Ore 21:00
I cinque sopravvissuti umani non sono tornati, ma me lo aspettavo. Si erano offerti volontari solo per andare a casa. Ormai erano solo un peso, avrei dovuto sprecare tutti i sedativi solo per tenerli buoni, e non potevo permettermi di sprecare cibo e acqua per degli inutili pazzi. Sì, sono una carogna, e allora? Là fuori non ci sono più supermercati, non ci sono più mall, non c’è la mamma con la torta di mele.
Gli animali che li accompagnavano sono tornati. E mi hanno detto cosa hanno visto.
Per ora, voglio vomitare.

Anno 1, mese 2, giorno 42 dopo l’Uomo. Ore 07:00
La città è distrutta. Colpo diretto.
Terrace High è andata giù come un castello di sabbia. Spero che avessero anche loro dei rifugi adeguati.
Babylon Gardens, stando alle descrizioni degli esploratori, se l’è cavata meglio: sembra solo che ci abbia soffiato e sbuffato addosso il più grande e grosso lupo cattivo mai visto, ma la distruzione non sembra essere totale, e le radiazioni non hanno toccato quel vicinato. Yupi!

Anno 1, mese 3, giorno 80 dopo l’Uomo. Ore 15:00
Sono uscito a fare un controllo. Ci sono ancora viveri, acqua e farmaci sufficienti per tre mesi. Gli animali rispondono bene al razionamento, ma è meglio fare un po’ di spesa, ha ha.
Muovendomi per Babylon Gardens, ho incontrato Grape Jelly Sandwich. Difficile non riconoscere l’unica gatta color lavanda del vicinato. La poverina è ancora sotto choc, ma è viva, e lo è anche Peanut Butter. Il Signor Foster sarebbe stato contento.
Non ci sono notizie del signor Foster. I suoi animali sono dispersi. Earl e Jane Sandwich sono morti. Tutti gli umani dei Gardens o sono morti o sono fuggiti chissà dove, vagando in preda alla pazzia in un mondo che non darà loro alcuna certezza se non una lunga agonia…
Ho mal di testa.

Anno 1, mese 3, giorno 80 dopo l’Uomo. Ore 20:00
Sono stanco, sono così stanco dentro da non avere neppure appetito.
Non ci avevamo mai pensato, eppure avevamo l’esempio proprio sotto i nostri occhi. Anzi, due.
Hiroshima e Nagasaki.
Gente ferita a livello psicologico, incapace di organizzarsi, che vagava insieme ai feriti in attesa che le autorità facessero qualcosa… Ma le autorità, oggi, non ci sono. Dopo tre mesi, non ci sono elicotteri o aerei carichi di infermieri e pacchi di razioni K.
Posso immaginare le folle apatiche di sopravvissuti che lottano per una lattina di minestra miracolosamente trovata fra le macerie, mentre altri siedono, attendono, attendono, attendono…
Stupido raffreddore.

Anno 1, mese 4, giorno 98 dopo l’Uomo. Ore 13:00
Gli animali di Babylon Gardens stanno lavorando.
Ricostruiscono
Ci sono stati tanti funerali anche fra loro, le radiazioni e le ferite hanno esatto il loro tributo. Ma questo non li ha fermati. Ironia della sorte, è stato proprio il loro istinto a guidarli verso il nuovo, coraggioso mondo: vivere o morire è la Prima Direttiva, e loro la stanno applicando alla lettera. Hanno imparato da noi, hanno accesso ai nostri libri, ci hanno studiato. Sanno cosa fare.
Felix e Lucky sono morti. Li hanno trovati esplorando le macerie di casa mia. Non ci ero andato, sapevo che quei due sarebbero stati insieme fino alla fine. Spero che siano felici, adesso. Di sicuro, Grape è ancora più depressa per la perdita dei suoi due amici d’infanzia.
Mi sono tagliato mentre mi rasavo, stamattina. Non ha ancora smesso di sanguinare.

Anno 1, mese 4, giorno 110 dopo l’Uomo. Ore 12:00
I lavori di ricostruzione procedono. Ho dato tutto il cibo che potevo, tenendo quanto basta per me per un’altra settimana.
So che non arriverò oltre. In qualche modo, mi sono beccato una dose letale di radiazioni. Stamattina ho cominciato a perdere i capelli. Non voglio più guardarmi allo specchio…
Stavo parlando della ricostruzione? Ah, sì: quel cane, quella specie di maniaco complottista…Zapruder si chiama, sì! Lui sta organizzando la ricostruzione di qualche nodo internet, usando quanto rimane delle infrastrutture sopravvissute alla Grande Caduta, come la chiamano tutti…
Zap. Sì. Gli ho detto di passare la voce, di evitare tutti i siti nucleari. Nessun animale può avere imparato come gestire una centrale nucleare, ne sono ragionevolmente sicuro. E comunque, mancherebbe il personale addestrato, adatto a lavorare in un ambiente più che mai a misura d’uomo. Fra qualche tempo, l’Uomo riuscirà a fare ancora danni, parecchi danni. Pop pop pop nuclear pop, do the Chernobyl dance…

Anno 1, mese 4, giorno 112 dopo l’Uomo. Ore 12:00
Mi hanno offerto un ricovero più decente del rifugio, ma non mi sembra giusto accettare. Mi sentirei fuori posto. Mi piace pensare di essere l’ultimo uomo della Terra… Be’, almeno di questo ex-Stato. Non ci sono notizie di miei simili.
Gli animali vengono in processione da me. Mi guardano con curiosità, tristezza. Ora so cosa provava l’ultimo Neanderthal. Sono il passato, sono parte di qualcosa che non tornerà più (per fortuna, ah ah!).
Ora sono loro i padroni del mondo. Non so quanto lo desiderassero, ma è la loro chance. Hanno visto quali e quanti errori abbiamo commesso, ne vivono le conseguenze ogni giorno. Nessuno, nessuno con un briciolo di cervello può essere così stupido da non imparare una simile lezione! Vi prego, non permettete ai vostri figli di dimenticare. Non permettete che le generazioni future dimentichino. Mai.

Anno 1, Mese 4, giorno 113 dopo l’Uomo. Ore 12:00
Grape è incinta. Di Peanut.
Sono venuti a dirmelo stamattina, sono così felici. E lo sono anch’io. E volete sapere una cosa? Non mi importa un’acca se questo loro piccolo sarà sterile come un mulo, E’ una delle tante nuove vite che sono state concepite nei giorni bui dopo la Caduta. Vorrei benedirvi tutti uno ad uno, piccoli. L’ultimo idiota del pianeta vorrebbe vedervi, e raccontarvi le storie di quando c’era una specie di scimmioni che credeva di essere il meglio. Chissà se crederete mai che i vostri genitori erano quasi trattati alla stregua di creature da compagnia con a malapena il diritto ad un tetto e dei pasti decenti? Raccontane un’altra, nonno Peanut, ma davvero non avevano neppure la pelliccia? E non morivano di freddo?
Siamo morti e basta. Al caldo sole delle nostre stesse invenzioni atomiche.
E ora sono loro ad indossare i vestiti. No, davvero, portano gli abiti.
Non promette bene.

Anno 1, mese 4, giorno 114 dopo l’Uomo. Ore 12:00
Ho sentito una voce alla radio? Voice of America? No, le batterie sono scariche, il gasolio è finito.
La ricostruzione procede alacremente. Grape mi parla attraverso un walkie-talkie, sì, è quello. Non posso più vederli, ma posso sentirli. Vengono a guardare, aspettano che sia finita. Povero me, davvero credono che tornerò in perfetta forma, pimpante e pronto a toglier loro i vestiti, rimettere loro i collari e dire loro di mangiare da una ciotola?
Magari è solo una forma di scongiuro. Superstizione, cara vecchia superstizione, più testarda della speranza. Mi chiedo chi saranno i nuovi dei: non certo un vecchio balordo rincretinito che non ha mosso un dito per impedire che i suoi ‘figli prediletti’ si estinguessero portandosi via mezzo creato con loro! Sarebbe uno scherzo troppo crudele… O forse no? Dopotutto, forse, il vecchio balordo ha davvero mosso un dito, e ha premuto lui i bottoni rossi. E siamo onesti: quante volte lo abbiamo fatto incazzare? Heh, al suo posto mi sarei offeso parecchio se avessero continuato a pregarmi proprio nel mio giorno di riposo.
Non devo ridere, il sapore del sangue in bocca fa proprio schifo.

Anno 1, mese 4, giorno 115 dopo l’Uomo. Ore 12:00
Deliro. Ho finto gli sfebbranti, ho finito tutto quello che avevo per combattere i sintomi. Vecchio Kevin, cara reliquia mia, ora c’è l’ultima medicina: una bella pillola calibro 45 incamiciata a punta cava. Ne basta una, niente controindicazioni, efficacia dimostrata, adatta a tutte le età.
So perché non volevo usarla: abbiamo messo a tacere le armi, è così ingiusto che una sola spari ancora. La mia redenzione dovrebbe passare per una lunga agonia, ma credo anche di avere già dato abbastanza, incluso il contenuto dei miei intestini. Finalmente so cosa provavano tutti quei poveri randagi maltrattati nei più fetidi ‘rifugi’. La mia ultima lezione di umiltà.

Anno 1, mese 4, giorno 116. Ore 12:00 (forse)
Felix è venuto a trovarmi. E’ bello come lo ricordavo. E’ insieme a Lucky. Sorridono. Sono felici, come avevo sperato. Adesso so che è valsa la pena aspettare.
Là fuori il mondo va avanti, lo spettacolo continua e ammetto che vorrei farne parte. Ma il nuovo Eden non ha spazio per me.
Felix e Lucky mi tengono per mano. Non so se è sangue quello che mi cola dagli occhi, adesso, non mi importa. Vi prego, ragazzi, mi dispiace tanto di avere premuto i bottoni, di avere combinato questo casino, di avere peccato di arroganza. Sono colpevole, colpevole, colpevole...ma vi prego, portatemi con voi. Non fatemi restare qui dentro, da solo. Ho peccato, sono stato giudicato, sono stato condannato, soffrirò fino all’ultimo. Vi prego, portatemi con voi. Vi voglio bene! Felix, ti prego...
...
Mi hanno abbracciato. Felix mi ha fatto le fusa. Dio...è il suono più bello del mondo. Come diceva quel tizio, Foster(?), ‘Quando sono insieme a loro, il mondo è a posto, tutto va bene’.

Anno 1, mese 4, giorno 117
Sono l’ultimo albero che cade nella foresta bruciata, e nessuno mi ascolta.
Sapete che suono fa?
Bang!


Una lieve brezza sollevò l’ultima pagina ormai incrostata da tanto tempo del sangue rattrappito di un umano dimenticato. La pagina era troppo pesante, e dopo essersi piegata, tornò a giacere dov’era.
Un dito coperto di nera pelliccia sollevò la pagina, ma la ruppe. Le ultime parole di Kevin Fitzgerald Marsh fecero un lieve fruscio mentre cadevano nell’acqua stagnante del pavimento. Il resto del diario era vuoto.
Uno scheletro giaceva nella branda. Le mani erano giunte al torace in un’ultima, macabra preghiera, mentre le dita ossee stringevano la pistola che l’ultimo umano aveva usato per raggiungere i suoi amati animali. Una sottile lama di luce dal soffitto crepato faceva brillare il metallo inossidabile.
Peanut, Fido, Antares e Aldebaran, nel buio del rifugio antiatomico del Lucky Charm Grove malamente illuminato, si scambiarono un’occhiata a dir poco terrorizzata.
“E ora che facciamo?” chiese uno dei gemelli.
Last edited by valerio on Wed Oct 06, 2010 3:14 am, edited 2 times in total.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Private Elliot »

I really need to learn Italian.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Private Elliot wrote:I really need to learn Italian.
oh you do oh you do :lol:
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Private Elliot »

valerio wrote:
Private Elliot wrote:I really need to learn Italian.
oh you do oh you do :lol:
My mom still hasn't gave me a birthday present... hmm....
*mind at work*
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IceKitsune
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

I knew it was going to be a version of Deans world how very fitting for Halloween. I can't wait to see what happens next Kevins' Dairy was so sad :cry: but of course it was meant to be. I can't wait for more Valerio :mrgreen:

Edit: I just thought about this why would Tarot want to go to a version of Memories of the Mother anyway? The world is a complete wreck and she still won't be with Peanut because the diary said that Grape was already pregnant with Dayshaun I don't get it did Tarot make a mistake?
Last edited by IceKitsune on Wed Oct 06, 2010 1:05 am, edited 1 time in total.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

hehe, you wouldn't think things are so foreseeable, hm? HM? 8-)
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by lightwolf21 »

Wow, I know I'm starting to sound like an echo here, but I can't believe how good this continues to be. :mrgreen:
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Tiggy »

Rawr! (means I love you in dinosaur. Or well, in this case, I love it ^_^)
Jason Mraz wrote: My goal is to show everyone that they, too, can do what they love to do.
Daggy wrote: Look a shadowpriest, what a cutie.... POW
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Tobee wrote:Rawr! (means I love you in dinosaur. Or well, in this case, I love it ^_^)
hehe, love from a little dinotiggy :lol:
I thank you mucho *shake shake*
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Barkeron »

Wow some kind of bleak picture for BG now.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Blue Braixen »

lightwolf21 wrote:Wow, I know I'm starting to sound like an echo here, but I can't believe how good this continues to be. :mrgreen:
That's because it's made by Valerio.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Tha Housedog wrote:
lightwolf21 wrote:Wow, I know I'm starting to sound like an echo here, but I can't believe how good this continues to be. :mrgreen:
That's because it's made by Valerio.
*blushes deeply* Geee...thanks folks! :mrgreen:
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Andrea »

valerio wrote:3.
Mi chiedo chi saranno i nuovi dei: non certo un vecchio balordo rincretinito che non ha mosso un dito per impedire che i suoi ‘figli prediletti’ si estinguessero portandosi via mezzo creato con loro! Sarebbe uno scherzo troppo crudele… O forse no? Dopotutto, forse, il vecchio balordo ha davvero mosso un dito, e ha premuto lui i bottoni rossi. E siamo onesti: quante volte lo abbiamo fatto incazzare? Heh, al suo posto mi sarei offeso parecchio se avessero continuato a pregarmi proprio nel mio giorno di riposo.
Non devo ridere, il sapore del sangue in bocca fa proprio schifo.
Quoto! Non potrei quotare di più...
Felix è venuto a trovarmi. E’ bello come lo ricordavo. E’ insieme a Lucky. Sorridono. Sono felici, come avevo sperato. Adesso so che è valsa la pena aspettare.
Là fuori il mondo va avanti, lo spettacolo continua e ammetto che vorrei farne parte. Ma il nuovo Eden non ha spazio per me.
Felix e Lucky mi tengono per mano. Non so se è sangue quello che mi cola dagli occhi, adesso, non mi importa. Vi prego, ragazzi, mi dispiace tanto di avere premuto i bottoni, di avere combinato questo casino, di avere peccato di arroganza. Sono colpevole, colpevole, colpevole...ma vi prego, portatemi con voi. Non fatemi restare qui dentro, da solo. Ho peccato, sono stato giudicato, sono stato condannato, soffrirò fino all’ultimo. Vi prego, portatemi con voi. Vi voglio bene! Felix, ti prego...
...
Mi hanno abbracciato. Felix mi ha fatto le fusa. Dio...è il suono più bello del mondo. Come diceva quel tizio, Foster(?), ‘Quando sono insieme a loro, il mondo è a posto, tutto va bene’.

Anno 1, mese 4, giorno 117
Sono l’ultimo albero che cade nella foresta bruciata, e nessuno mi ascolta.
Sapete che suono fa?
Bang![/i]
Che tristezza ç_ç Ma a quanto leggo dagli altri commenti questo lo hai preso da un'altra FF ancora? :roll:
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"In nomine Libertatis vincula aedificamus; in nomine Veritatis mendacia efferimus." -Michele Salvemini aka CapaRezza
"Let there be light! That was, uhm... God. I was quoting God."
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Che tristezza ç_ç Ma a quanto leggo dagli altri commenti questo lo hai preso da un'altra FF ancora? :roll:
I asked Dean to use his FF scenario, 'Dayshaun, memories of mother', which is incredibly good! Also, 'Seattle Runaways' by the same author, in the same scenario, can't be missed! :D :D
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

4.
Rifugio Antiatomico del Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals, Babylon Gardens. 31 Ottobre. Il futuro

Peanut Butter Sandwich sedeva sui gradini che davano verso l’uscita. Il rifugio, cioè i suoi resti, era un posto buio, umido, che puzzava di vecchio e muffa e acqua stagnante. Sottili lame di luce dal soffitto crepato spezzavano irregolarmente l’oscurità.
In questo porto era morto, dopo una lunga agonia spezzata da un proiettile calibro 45, Kevin Fitzgerald Marsh, il Papà di Felix. E anche Felix era morto, e il suo compagno Lucky, ed erano morti anche Zio Martin, Mizar, Alcor, forse anche quel cattivone di Fredd...e tutti gli umani. Anche Papà e Mamma.
Papà e Mamma erano morti, in una realtà che persino la fervida fantasia di Peanut non avrebbe potuto concepire. Un mondo sconvolto da una terribile guerra, un mondo senza più umani. Questo mondo era il peggiore immaginabile.
Ma persino tutti quegli orrori, vergati dalla mano di Kevin Marsh, scomparivano di fronte ad una realtà Peanut che credeva ancora più impossibile della Grande Caduta.
Grape era incinta...no, forse aveva già avuto un cucciolo.
Da lui. Dal sé di questo mondo. In qualche modo, qui, lui, Peanut, aveva...
Il cane Sandwich fissava l’acqua melmosa con lo sguardo assente. La voce della ragione gli diceva che cani e gatti non potevano avere figli...
Anno 1, Mese 4, giorno 113 dopo l’Uomo. Ore 12:00
Grape è incinta. Di Peanut.
Sono venuti a dirmelo stamattina, sono così felici.

Quanto tempo era passato? Peanut osservò lo scheletro sulla cui gabbia toracica giaceva la pistola. Non un osso su quello scheletro. Dell’uniforme del Rifugio erano rimasti pochi brandelli scoloriti e muffi. Tutto là sotto era marcito. Ci vogliono anni.
Mio figlio. Mio figlio sarà cresciuto tanto, ormai. Chissà se ha preso la mia abitudine di mordere tutto quello che può afferrare. Non avrò più un figlio, è arrivato un cuculo di nome Maxwell che ha dato a Grape i suoi figli e io sono solamente “Peanut?”
Il cane non udì la voce.
Era qui per fare qualcosa, vero? Aveva a che fare con aiutare...Tarot? Sì, ma perché? Ohh, non riusciva a concentrarsi, pensava solo che non sarebbe mai diventato papà per davvero, che ancora una volta Max lo aveva battuto sul tempo. Non avrebbe potuto aggiungere suo figlio alla famiglia, non era giusto, non “PEANUT!!”
Qualcuno lo scosse con forza sufficiente a distoglierlo da quel terribile circolo di depressione! Peanut deglutì un paio di volte e inspirò a fondo. “Cosa..? Fido?”
Il cane poliziotto, il ragazzo della gatta Sabrina. Lo teneva saldamente per le spalle, fissandolo con un’aria preoccupata. “Peanut, stai bene? Lo so che tutto questo, così improvvisamente, è uno choc, ma abbiamo meno di ventiquattro ore, ricordi?”
Peanut ricordò. Certo, un giorno, il giorno di Halloween per trovare Tarot e riportarla da questa realtà a casa.
Prima che succedesse qualcosa di davvero brutto, ma cosa?
Perché Grape non mi ha permesso di darle un figlio nostro invece di chiedere a Max?! La odio! La ODIO!! E, di riflesso, Peanut lanciò un ringhio minaccioso, del tutto inaspettato per Fido, che lo lasciò andare di colpo.
Peanut finalmente realizzò cosa aveva fatto, e si alzò in piedi. “Io, o cielo, Fido, scusami, scusatemi tutti! Io...”
“Lascia stare,” disse il terzo membro di quel quartetto composto da Peanut, Fido, Antares, e, appunto, Aldebaran che stava esaminando la porta blindata al termine della scala. “Abbiamo letto tutti quel diario, e sarò felice di andarmene da qui il prima possibile... Sempre che troviamo un modo di aprire questa porta, prima.” Ma per quanto facesse lavorare i suoi muscoli, Aldebaran non spostò di un millimetro quella porta priva di serratura.
Antares andò ad unirsi al fratello. “Aspetta… Coraggio, ora, insieme…” Ma fu come cercare di muovere un macigno ciclopico. Alla fine, spompati, ansanti e curvi, i due cani dissero all’unisono, “E’ sigillata.”
Fido esaminò i mobili alla ricerca di un qualunque oggetto che avrebbe potuto aiutarli almeno ad illuminare meglio quel posto. Se non ci fossero state quelle crepe, molto probabilmente si sarebbero trovati in una stanza priva di ossigeno… E, comunque, in quattro avrebbero fatto presto a consumarne più di quello che entrava… “Peanut,” disse il cane Byron. “Ora smettila con l’autocommiserazione e cerca di essere di una qualche utilità, va bene? Piangerai sul figlio che non potresti mai avere un’altra volta.”
Peanut scattò in piedi. “Non parlare così! Tu non sai—“
“Quello che so è che da dove veniamo non esiste un solo animale figlio di cane e gatto, o di qualunque altra coppia interspecie. E io lavoro in polizia, lo hai dimenticato? O tu conosci una coppia mista che sia mai riuscita ad arrivare fino ad un tale punto?” Fido aveva parlato senza neppure voltarsi a guardare Peanut. O quel testardo ragazzo la capiva adesso, o l’intera missione sarebbe stata compromessa a causa dei suoi demoni personali…
Peanut sembrò afflosciarsi, in quella posa familiare, la schiena leggermente curva e picchiettando le dita. “Non conosco nessuno così,” ammise.
Fido trovò finalmente una torcia elettrica, ma era scarica. La lasciò sul mobile. “Secondo Streak, le leggi fisiche di questa realtà sono le stesse del nostro mondo. E sicuramente, l’umidità si sta facendo sentire. E l’aria non durerà per sempre. Ma le leggi biologiche sono evidentemente diverse. Hai mai letto qualche libro, in merito?”
Peanut, la lingua leggermente sporta di fuori in concentrazione, disse, “Sì! Sulla compatibilità del DNA!”
Fido annuì. Aprì una razione K, solo per scoprire che era meglio non averci provato. “Ew. In questo mondo, una sottile differenza rende compatibili due specie così diverse. Ma da noi, questa differenza non c’è. Quindi, ora, calmati. Hm?” Mostrò un sorriso, anche se in quella fitta penombra non si vedeva.
Peanut sospirò. “Scusami. Era così chiaro, quello che pensavo?”
Fido ridacchiò. “Il proverbiale libro aperto; niente altro avrebbe potuto sconvolgerti così, papà. Ma non ti preoccupare, adesso, l’importante è che tu abbia capito. Ragazzi,” aggiunse Fido, rivolto ai gemelli, “scoperto qualcosa?”
“A dire il vero, sì,” dissero loro. Poi Antares aggiunse, “Seguite la nostra voce. Da questa parte.”
Fido e Peanut si mossero in una pozza stagnante alta fino alle ginocchia. L’odore dell’acqua era rivoltante. Avrebbero dovuto fare un milione di bagni per toglierselo di dosso…
“Dell’aria viene da qui,” disse Antares. Non lo potevano vedere indicare il soffitto.
“C’è una scaletta a muro,” disse Aldebaran. E subito picchiettò con gli artigli sul metallo. “Odora di nuovo. E ben tenuta. Magari è un’uscita secondaria.”
“Immagino che ci sia un solo modo, per provarlo,” disse Fido, afferrando un gradino dopo avere annaspato un paio di secondi. “Vado io per primo.”
“Neanche per idea!” dissero i gemelli all’unisono. Poi, Aldebaran spinse gentilmente da parte il cane poliziotto. “Siamo noi che dobbiamo proteggervi. Facciamo per primi.” Il suo tono era cortese, ma fermo. E Fido decise che non era il caso di litigare e sprecare energie, non lì, non ora.
Il Re delle Montagne percorse rapidamente la scaletta fino al soffitto. Un attimo dopo, lo udirono dire, “C’è una maniglia. Provo a girare.” Un attimo dopo, si udì uno scatto metallico, e un fascio di luce abbagliante investì il terzetto –un bel colpo per le retine, considerando che si stavano abituando a quell’oscurità.
I cani riportarono lo sguardo verso la botola aperta, in tempo per vedere il sedere nero di Aldebaran sparire nell’apertura. Fido, che indossava un giubbotto del Lucky Charm Grove, prese da una tasca gli occhiali da sole che si era previdentemente portato. Se li mise e disse, “Tutto bene?”
“Sì che va tutto bene, ladri della malora,” rispose una voce…che non era quella del loro amico. Era indubbiamente una voce dai timbri non umani, ma non suonava affatto amichevole. Un attimo dopo si udì lo scatto di un’arma che veniva armata. “Adesso, per favore, venite su tutti, oppure prima il vostro amichetto diventa un groviera e poi vi chiudo dentro. Non credo che resisterete a lungo.”
Fido afferrò la scaletta. “Va bene, veniamo. Non siamo armati.”
Seguì un momento di silenzio. Un lungo momento di silenzio.
“Hai capito cosa ho detto, chiunque tu sia?”
Quando parlò di nuovo, la voce era decisamente sorpresa “..Capo?”
Fido, Peanut e Antares si scambiarono un’occhiata perplessa. E tutti e tre fecero spallucce. Poi Fido si schiarì la gola, e disse, “E chi altri?”
Di nuovo lo scatto, appena l’arma fu rimessa in sicurezza. “Capo! Ma che cripperi ci sta facendo là sotto?!? Ha un ben strano modo di addestrare le nuove reclute! Venga su, che le viene un accidente! Chi altri c’è con lei’”
“Ah, il fratello del mio amico lassù, e…” be’, o la va o la spacca. “…e Peanut Butter Sandwich.”
Il Peanut?!? Occavolo occavolo occavolo! Forza, venite su, presto! Voglio un autografo, gli altri del circolo creperanno d’invidia!!”

Quando anche Peanut fu fuori dal rifugio, si trovò di fronte un meticcio dal pelo grigio come quello di un boxer, inclusa la struttura muscolosa, e il muso e la foltezza del pelo di un labrador. Le zampe erano nere, con il colore che si dipanava fino ai polsi, per trasformarsi in strisce brune fino ai gomiti. Cosa curiosa, i suoi artigli erano color argento.
Gli occhi verdi del cane, che indossava un’uniforme simile a quella che portavano i dipendenti del Charm, tanto tempo fa, si illuminarono di gioia alla vista di Peanut. La sua coda lunga e sottile si agitò come quella di un cucciolo alla vista del suo eroe. “Peanut Butter Sandwich, OMD!” Si mise rapidamente dietro la spalla la mitraglietta che portava a tracolla ed andò a stringere la mano dell’altro cane. Peanut subì una stretta robusta come quella che gli aveva dato a suo tempo il lupo Daryl!
“Scusami per le pessime maniere, ma nessuno mi ha avvertito che saresti venuto a fare visita, e scommetto che volevano farmi una sorpresa, lo sanno che sono il tuo fan numero uno! Lo sai che sei più giovane che in fotografia! Eri qui in cerca di ispirazione per il tuo nuovo lavoro? Certo che è un’ora ben strana, ma si sa, a cuore di artista non si comanda! E chi sono questi due ragazzoni? I tuoi assis…ten…ti?” Fu come se solo a quel punto si fosse accorto che qualcosa non andava. Il suo entusiasmo lasciò progressivamente il posto ad una marcata perplessità, mentre i suoi occhi studiavano attentamente tutti i membri del quartetto.
Fido cominciò a temere che avrebbero dovuto lottare per uscire da lì. A loro merito, Antares ed Aldebaran non mostrarono di essersi tesi come molle…
Poi il cane disse una cosa del tutto inaspettata, data la situazione. “Siete nudi.”
Per conto suo, Fido poteva immaginare che un animale della sicurezza indossasse degli ‘abiti da lavoro’, ma perché era così sorpreso che—Occavolo!
E ora sono loro ad indossare i vestiti. No, davvero, portano gli abiti.

Quella che per loro era una condizione normale, alla luce delle parole del defunto Kevin Marsh era diventata un’anomalia sociale!
Peanut fu lesto a salvare la situazione. “Gliel’ho chiesto io!” esclamò, sollevando la mano. “Ah, volevo che si sentissero…come quando arrivò la Grande Caduta. Quando i nostri genitori…” La sua espressione si fece triste, e gli altri tre videro che quella non era una simulazione. Poverino, Peanut era così sensibile e stava subendo uno choc dopo l’altro…
Il cane-guardiano si grattò la testa, poi fece spallucce. “Contenti voi.” Poi si rivolse a Fido, “Immagino che per un buon amico si farebbe questo ed altro, giusto?” Tese di nuovo la mano a Peanut. “Ad ogni modo, io sono Elias Holt, ma puoi chiamarmi Tommy!”
“Tommy?” Peanut sollevò un sopracciglio.
Il meticcio boxer/labrador si rimise in mano la propria arma. “Thompson MX1a1,” disse tutto orgoglioso, dando una pacca affettuosa all’oggetto nero cromato. “Certo, la mia preferita è il vecchio M1A1, ma è un tantino troppo grosso… Qualcosa che non va?”
Peanut era un buon lettore, anzi, un lettore molto veloce e molto avido, dotato di un’ottima memoria, anche se raramente ne faceva uso.
Ma il diario del fu Kevin Marsh non era qualcosa che si potesse dimenticare…
So perché non volevo usarla: abbiamo messo a tacere le armi, è così ingiusto che una sola spari ancora
Nessuno, nessuno con un briciolo di cervello può essere così stupido da non imparare una simile lezione! Vi prego, non permettete ai vostri figli di dimenticare. Non permettete che le generazioni future dimentichino. Mai.

E vedere quel cucciolone tutto felice di imbracciare un’arma letale… Povero Kevin, questa sua preghiera non era stata esaudita, evidentemente! “Odio le armi,” disse Peanut, rabbrividendo, guardando l’oggetto come se fosse una cosa viva. Snudò parzialmente i denti. “Le odio. Hanno portato via Mamma e Papà…”
Subito Elias la rimise dietro le spalle come se bastasse a nasconderla, anche se la canna spuntava da dietro la schiena. Deglutì. Addio autografo, benvenuto piede in bocca! “Signor Sandwich, io…io…” Il povero custode si mise dritto sull’attenti, non osando più guardare gli altri cani. “Mi dispiace, capo! Davvero!”
Fido scosse la testa. “Lascia stare. Piuttosto, puoi condurci alle docce? Non voglio puzzare per sempre.”
Elias sbatté i tacchi degli stivali. “Signorsì signore, subito!” Si voltò, rigido come un robot. “Da questa parte, prego.” E si incamminò. “Ah, posso farvi avere un ricambio di vestiti?”
“Sarebbe apprezzato. Niente di formale.”
Elias, qui, si permise di sorridere. “Non ci pensavo neppure, capo, a meno che lei non abbia deciso di rinunciare alla sua vacanza.”
Fido tirò un sospiro di sollievo, dentro di sé: almeno questo problema era risolto, fin quando il vero Fido se ne stava lontano…ovunque fosse… “Infatti non ci ho rinunciato.”
“Troppa nostalgia della signora?” Elias strizzò l’occhio, anche se non voltò la testa per mostrare quel cenno.
Sperando di dire la cosa giusta, Fido rispose, “Già.”
Il gruppo giunse al termine del corridoio. Una grande targa in bronzo era stata incassata fra le piastrelle del muro. Una targa fin troppo familiare, che recitava,
BEATI I MITI, PERCHE’ EREDITERANNO LA TERRA
NON DIMENTICATECI

Accanto alla targa, un’insegna diceva, CRIPTA DELLA CIVILTA’ PERDUTA-INGRESSO 1$.
Notando gli sguardi incuriositi di Antares e Aldebaran, Elias disse, “Siete forestieri, eh? È in quel posto che è morto l’ultimo umano. Almeno secondo la leggenda. Era un brav’uomo, io lo conobbi quando mi portarono al Charm.” Poi anche la sua espressione si fece malinconica. “Il mio Papà era morto in un incidente stradale, e mi portarono al rifugio per trovarmi una nuova famiglia… Poi, be’, sapete cosa successe…” Sospirò. “È un tale peccato che l’Amministrazione abbia deciso di lasciare marcire quel posto, i soldi non mancano, ma ormai è un tale disastro, e la gente si accontenta di vedere le riproduzioni in CGI. E l’ultimo vero umano non ha avuto neppure una sepoltura degna…” Gli occhi gli si inumidirono, poi ritrovò il sorriso rapidamente come esso era scomparso.
Peanut trovava buffo quel cane, gli ricordava tanto Sasha.

Il gruppo raggiunse la sala docce.
“Eccoci arrivati. Voi scusatemi,” Elias tornò ad irrigidirsi e fece un saluto militare perfetto. “Avverto di portarvi gli abiti, poi torno ad annoiarmi di là. Magari questa volta becco davvero qualche ladro di souvenir. E…capo..?”
“Sì?” fece Fido. Aveva un disperato bisogno di bere un litro o due di camomilla per placare la botta di nervi che gli veniva ogni volta che quel ‘simpaticone’ gli rivolgeva una domanda.
“Non faccia sapere in giro che mi siete passati sotto il naso. Per favore?” E mostrò uno sguardo da cucciolo spaurito.
Fido gli diede una pacca sulla spalla. “Per questa volta taccio, così imparo a non farti sapere niente, soldato.”
Elias salutò un’ultima volta e si allontanò tutto contento. Non aveva avuto l’autografo che sperava, ma almeno aveva parlato con Peanut Butter in persona!
Il quartetto aspettò davanti alla porta del locale, prima di rilasciare un sospiro collettivo. Anche se i cani non potevano sudare, Fido fece il gesto di tergersi la fronte. Si sentivano tutti il cuore come dopo la Lunga Marcia. “Ragazzi, per prima cosa cerchiamo di raggiungere Tarot. Dobbiamo evitare chiunque possa conoscere le nostre versioni future, o qui sono…” parlando, aveva aperto la porta ed era entrato per primo. “…guai?”
La luce che avevano intravisto dalle crepe, naturalmente, non era quella del sole, visto che era l’una di notte passata. E, onestamente, Fido non si era certo aspettato di trovare quel locale occupato.
Non da due cani che conosceva fin troppo bene.
Due cani con indosso solo gli asciugamani, che guardavano i nuovi arrivati con un’espressione stranita.
Espressione che si face ancora più stranita alla vista dei due gemelli. Sembrava proprio impossibile che gli occhi grigi del pastore tedesco e quelli rossi come rubini del doberman potessero farsi ancora così grandi…
“A..A…” disse il doberman, incapace di trovare le parole.
Il pastore scosse la testa. La sua voce era un sussurro. “Antares.”
“Aldebaran?” riuscì finalmente a dire il doberman. I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia. Il suo sorriso, più che formarsi, esplose sul muso, insieme alla sua voce. “SIETE VIVI!!” E, nel suo stile inimitabile, Kevin saltò addosso ai due gemelli. Arrivò loro addosso come un missile, riuscendo ad abbracciarli in un colpo solo, e soprattutto con abbastanza forza da buttarli entrambi a terra, a dispetto delle proprie minori dimensioni. “Siete vivi! Siete vivi! Siete vivi!” E, abbandonata, ogni vestigia di civiltà, prese a leccarli sulla faccia come il più felice dei cuccioli, per poi stringerli a sé, quasi soffocandoli. Certo, Kevin poteva ancora non essere fisicamente all’altezza dei due animali Foster, ma questo era pur sempre un cane più maturo, più forte.
Il pastore tedesco Ralph si avvicinò ai tre. Li guardò e li riguardò, poi tornò a guardare Fido. “Capo, li hai trovati per davvero…” Poi anche lui si inginocchiò e abbracciò con forza i gemelli. “Sapeste che cosa…meravigliosa è rivedervi. Oddio, non sembrate cambiati di un giorno da quando…” Per quanto la Grande Caduta fosse lo spartiacque fra il dominio dell’Uomo e quello degli ex animali domestici, menzionare quei giorni terribili era ancora, a distanza di anni, una cosa molto difficile per chi li aveva vissuti. Un processo di rimozione collettiva. Anche se Kevin Marsh aveva lodato lo spirito di adattamento degli animali, quando toccò a loro e solo a loro ricostruire dalle macerie della civiltà umana, la generazione dei cosiddetti ‘Testimoni’ non poteva non soffrire di terribili incubi, e di tutto il dolore per il ricordo di quello che non avevano più. Per i giovani, gli umani erano creature strane e terribili, dipinte come angeli e come diabolici distruttori. Per i Testimoni, erano Genitori ed Amici. Erano Famiglia. La Grande Caduta aveva creato un mondo di orfani, privi di qualcuno che li potesse consolare…
Antares e Aldebaran erano, per gli animali di Babylon Gardens, l’ultimo lascito di Martin Foster, l’ultimo contatto con un una persona molto amata da tutto il vicinato. Fido in persona aveva promesso che non si sarebbe risparmiato fino a quando non li avesse trovati, vivi o morti. Nel peggiore dei casi, era determinato a dare loro una degna sepoltura.
E invece…
Ralph e Kevin lasciarono riluttantemente i due cani ucraini. Si alzarono tutti in piedi, poi i due poliziotti andarono a stringere le mani di Fido. “Vacanza un accidente, eh? Se volevi farci una bella sorpresa, complimenti! Chi altri lo sa?”
La cosa peggiore, in quel quadro, era che Fido sapeva solo che ora ogni tentativo di muoversi sotto il radar era saltato. E che lui poteva solo accumulare menzogne a scapito dei suoi due migliori amici del corpo cinofilo, anche se, per quanto lo riguardava, erano due alieni.
Fido mostrò un sorriso imbarazzato. “Heh, nessuno. Tranne Peanut, e voi, ovviamente. Elias non li ha riconosciuti, e non glielo avevo detto. Speravo di nascondervelo fino a domattina. Avreste apprezzato di più dopo una buona notte di sonno.”
Kevin gli mollò una pacca sulla spalla che quasi gliela slogò. “Se venivi cinque minuti dopo, non ci trovavi più, infatti!”
“Ma che fortuna… Sentite, ora dobbiamo fare una doccia, davvero. Siamo stati nella cripta…”
Evidentemente, Kevin e Ralph erano troppo contenti per chiedere spiegazioni sul perché fossero tutti nudi. “Tranquillo, capo,” disse il pastore tedesco. “E poi, immagino che anche loro si sentano un po’ troppo stanchi per organizzare una festa nel cuore della notte. Sapete cosa facciamo? Voi vi fate la doccia, poi venite a casa mia. Tutti a nanna, e poi pensiamo ad annunciare il vostro ritorno. Che ne dici, capo?”
Fido pensò solo due cose:
1) meglio sprecare il minor numero di ore possibile a dormire
2) fare assolutamente in modo di contattare Tarot prima che facesse giorno, o quella missione rischiava di finire sul nascere…
“Oh, e capo?” chiese Kevin. “Certo che anche tu e Peanut sembrate ringiovaniti di un bel po’.”
3) trovare un truccatore e sembrare più vecchi!
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

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*Squeeeeeeeeeeeee* :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Thank you, Val! <3 Yay!
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Tha Housedog wrote:*Squeeeeeeeeeeeee* :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Thank you, Val! <3 Yay!
Thank YOU for submitting this interesting fella! :D :D
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Blue Braixen »

valerio wrote:
Tha Housedog wrote:*Squeeeeeeeeeeeee* :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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Thank YOU for submitting this interesting fella! :D :D
I, uh... do what I can. :oops:
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by lightwolf21 »

HD, ninja'd me. >_<
Yeah, I've pretty much stopped asking myself, "Will the next update be any good?" :mrgreen: These updates just further prove my point. Thanks again, Valerio. :D
Heh. Look at that... I started an actual Housepets! fan-fic.
https://www.housepetscomic.com/forums/v ... 70#p131370
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

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3) find a makeup artist and look older! Haha. lol.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

Another great update Valerio I loved the ending it was funny and great :lol: . I wonder when they will run into themselves (that has to happen it just has to) that will be interesting. Also I have found another problem with Tarot doing this Its a threat to the whole universe (both of them really) let alone Tarot herself why in the world would Dragon let her do this. It doesn't make any sense. I'm loving it so far I can't wait for more. :mrgreen:
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Blue Braixen »

IceKitsune wrote:Another great update Valerio I loved the ending it was funny and great :lol: . I wonder when they will run into themselves (that has to happen it just has to) that will be interesting. Also I have found another problem with Tarot doing this Its a threat to the whole universe (both of them really) let alone Tarot herself why in the world would Dragon let her do this. It doesn't make any sense. I'm loving it so far I can't wait for more. :mrgreen:
Maybe Tarot's will overpowered the Dragon? Who (besides Val) knows?
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

Tha Housedog wrote:
IceKitsune wrote:Another great update Valerio I loved the ending it was funny and great :lol: . I wonder when they will run into themselves (that has to happen it just has to) that will be interesting. Also I have found another problem with Tarot doing this Its a threat to the whole universe (both of them really) let alone Tarot herself why in the world would Dragon let her do this. It doesn't make any sense. I'm loving it so far I can't wait for more. :mrgreen:
Maybe Tarot's will overpowered the Dragon? Who (besides Val) knows?
That seems extremely unlikely because Dragon is like some sort of Godlike being (I equate The Cosmic Nerds to be in the same vain as Galactus and similar Beings from Comic Books) so I doubt that would be possible.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

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IceKitsune wrote:
Tha Housedog wrote:
IceKitsune wrote:Another great update Valerio I loved the ending it was funny and great :lol: . I wonder when they will run into themselves (that has to happen it just has to) that will be interesting. Also I have found another problem with Tarot doing this Its a threat to the whole universe (both of them really) let alone Tarot herself why in the world would Dragon let her do this. It doesn't make any sense. I'm loving it so far I can't wait for more. :mrgreen:
Maybe Tarot's will overpowered the Dragon? Who (besides Val) knows?
That seems extremely unlikely because Dragon is like some sort of Godlike being (I equate The Cosmic Nerds to be in the same vain as Galactus and similar Beings from Comic Books) so I doubt that would be possible.
Don't be too sure. Love is a really powerful thing.
Edit: Wow. I just realized how cliche that was after I said it.
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

5.
Il Monumento, un tempo noto come il Lucky Charm Grove for the Abandoned and the Ferals, Babylon Gardens. Il futuro.

Madre Natura non era ne’ un’entità benevola, ne’ una crudele. Era solo pragmatica: quando poteva reclamare dello spazio vitale, lo faceva senza tanti riguardi per qualunque cosa si trovasse sul suo percorso.
Inclusi i resti dell’ex rifugio per le sfortunate anime di una città ormai scomparsa.
Il Dormitorio era un castello di carte monco, diviso in due dal suo crollo. Quanto di esso era rimasto in piedi non aveva più una finestra intatta. Una fuga di gas nella clinica veterinaria aveva appiccato un incendio che si era propagato agli edifici fino a formare un cerchio di fuoco. Le poche strutture risparmiate erano, come i resti del Dormitorio, coperti da rampicanti. La cappella era stata travolta dal crollo del Dormitorio. Non esisteva più un posto dove pregare per i favori di una divinità ormai priva di fedeli, e nessuno avrebbe più celebrato, in quel posto, il proprio matrimonio…
L'erba aveva ormai reclamato ogni centimetro dei vialetti. Dalle fontanelle vicino alle panchine non sarebbe zampillata più l’acqua.
Per parafrasare una vecchia ballata, Verde, verde ovunque…
Per qualche ragione, le piante non si erano avvicinate ancora alla statua di bronzo che segnava l’ingresso al rifugio: la madonna che reggeva fra le braccia un cane ed un gatto, mentre i cuccioli e i gattini ancora giocavano liberamente ai suoi piedi.
Mancava solo la targa, quella che ora era incassata in un muro all’ingresso di un rifugio antiatomico diventato museo per 1$ a persona.
Fido, Antares, Aldebaran, Peanut, e gli ufficiali Kevin e Ralph rimasero immobili all’ingresso per cinque minuti a salutare l’ultimo lascito di Martin Foster. L’ultimo ricordo di un umano che aveva fatto del suo meglio per proteggere gli sfortunati dagli abusi dei suoi simili. E che alla fine, aveva fallito di fronte alla stupidità dei politici di tutto il mondo.
“Tutto muore,” disse Ralph, piano, ancora fermo nel saluto militare, mentre citava chissà quali versi. “Tutto muore, e noi viviamo. Siamo preziosi ed effimeri. Diamo la vita, siamo la vita. Non toglieremo la vita. Che il passato sfumi, non il ricordo. Grazie, Zio Martin, per avere salvato cinquanta vite.”
Persino Fido, Peanut, e i due gemelli, che in questo tempo, in questo strano futuro, erano stranieri in terra straniera, non poterono non avvertire un profondo senso di commozione.
“L’ha scritta Grape, sapete?” disse Kevin, ai gemelli, anche lui senza voltarsi. “La sua prima opera letteraria, per così dire. Adesso è la preghiera per l’anniversario della Grande Caduta.”
“Oh,” dissero Antares e Aldebaran, insieme.
Peanut deglutì. Ah, lo so che è sciocco chiederlo, ragazzi,” disse ai due poliziotti. “Uhm, sapete se Grape è…a casa, adesso?”
Fido s’irrigidì. Avrebbe fatto un cicchetto a Peanut, in quel momento, se non fosse stato che non potevano scoprirsi.
Il gruppo si diresse verso la macchina ferma al parcheggio, gli slot scomparsi sotto il verde. Anche la recinzione era diventata un muro di rampicanti. Il cartello che diceva ATTENZIONE, RECINTO ELETTRIFICABILE – TENERSI A CINQUE METRI DALLA LINEA GIALLA giaceva a terra, arrugginito e misero, come un tempo (ironia della sorte) lo era quello del vecchio, negletto lager che era il rifugio prima che Martin lo rilevasse.
Ralph aprì la portiera. “Direi proprio di sì. Nonostante i tentativi del suo agente di coinvolgerla nella dolce vita, lei vive solo per due persone: te e Dayshaun. Ogni volta che ti assenti per i tuoi ‘giri di ispirazione’, lei rimane ad attenderti, anche se continua a volere mostrarsi tosta, e guai a chi glielo fa notare, vero Kevin?” e strizzò l’occhio al doberman.
Kevin fece una smorfia. Ricordava fin troppo bene quanto potesse fare male un calcio al punto giusto. Da allora, aveva imparato a controllare la sua lingua lunga di fronte alla gatta.
Peanut stava per entrare in macchina, quando Fido lo afferrò per la spalla. “Peanut, scusami, ma devo parlarti un momento. In privato.” E lo disse col tono da capobranco, calmo, ma pronto a mordere, se necessario, per farsi obbedire. I suoi occhi verdi erano leggermente socchiusi in un’espressione minacciosa.
Peanut annuì, senza fiatare, e lo seguì.
Dal suo posto sul lato passeggero, Kevin si grattò la testa. “Chissà che c’è ora. E’ un bel pezzo che non lo vedevo così nero…”
Antares cercò di deviare immediatamente il discorso. “Ma cosa ci facevate voi, qui? Insomma, questo posto non è certo la centrale di polizia.”
“Già,” proseguì Aldebaran. “Noi volevamo vedere la Cripta.” E poi, insieme, con quel familiare sogghigno tipo tagliola da orsi. “Qual è la vostra scusa, hm?” Schioccarono le labbra e si abbracciarono, “Moochi moochi smoooochi?”
I due poliziotti sprofondarono nei sedili. “NO!” fecero, arrossendo violentemente, le orecchie piatte sul cranio. “Volevamo solo fare un turno tranquillo, tutto qui,” disse Ralph.
“Fido sa essere davvero esigente,” aggiunse Kevin, e per qualche ragione questo fece scoppiare ulteriormente a ridere i gemelli ed arrossire ulteriormente i poliziotti.
Ralph affondò il muso contro il volante. “Kevin? Per favore, taci. Ti prego. Ti scongiuro.” Ma dentro di sé, sorrise. Era bello vedere che quei due pazzi orsi non erano cambiati di una virgola. Persino Fido e Peanut sembravano ringiovaniti. Il buonumore era davvero una medicina potente...

Peanut si sentiva davvero uno sciocco egoista. E i vestiti che indossava erano scomodi. Perché gli avevano detto che erano leggeri? Si sentiva morire di caldo. Rivoleva il collare, il colletto della t-shirt rossa lo soffocava. Le scarpe gli schiacciavano i piedi. Uffa!
“Voglio vedere Grape, voglio vedere mio...figlio. Scusami, Fido, ma non ce la faccio.” Peanut teneva la testa bassa, mentre di nuovo si picchiettava le dita. Ancora un po’ e se le sarebbe scarnificate. “Ti prego, solo una volta. Non ce la faccio a resistere.”
Se c’era un momento in cui Fido il poliziotto era sembrato severo e più vecchio dei suoi anni, era quello. Con indosso una camicia e pantaloni azzurri che sentiva addosso non meno scomodi di quanto Peanut percepisse i propri abiti, Fido teneva le braccia incrociate al petto. “Peanut, quante volte devo ripetertelo? No, facciamo così, ogni volta che ti verranno di queste voglie, te lo scriverò sulla pancia: ‘Universo Alternativo’. Okay? Tutto quello che succede qui non ci riguarda, non è nel nostro futuro. Lo diventerà solo se lasciamo arrivare la mezzanotte del 31 Ottobre. E non so te, ma io non voglio che i miei genitori muoiano, che i tuoi genitori muoiano, che i genitori di qualunque animale muoiano! E non voglio perdere i miei amici nell'olocausto nucleare. Non voglio che Grape scriva una preghiera in memoria di Zio Martin!”
Peanut deglutì, sollevando finalmente lo sguardo quando la voce del suo caro amico divenne un ringhio cupo che non gli aveva mai sentito.
Fido stava piangendo. La sua rabbia , la sua paura, lo stavano sopraffacendo nel suo volto, ma ancora, in qualche modo, riusciva ad impedirsi di saltare alla gola di Peanut. “Questo futuro...non lo voglio vivere. E se sarà necessario ti tirerò per la coda, ma tu verrai con noi a prendere Tarot, e Dio mi aiuti, dovrai essere estremamente convincente, o giuro che—“ ma prima che potesse finire di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito, Peanut lo interruppe uggiolando.
“Solo un’ora. Fido, solo un’ora. Se ci fosse tuo figlio, qui, non lo vorresti vedere? Siamo in piena notte, nessuno saprà che sono andato...”
“Sabrina è sterilizzata,” lo interruppe Fido, improvvisamente svuotato delle sue forze. Sospirò, e si strofinò le tempie con una mano, per poi coprirsi gli occhi. Scosse la testa.
Gli occhi di Peanut divennero due puntini. “Cosa..?”
Fido si mise seduto per terra. Raccolse le ginocchia al petto, e guardò verso il cielo. “Le tolsero la sua prima nidiata, e poi la sterilizzarono. I suoi primi genitori, non certo la signora Ambrose. Non...non credo che in questa realtà io abbia avuto un’altra compagna, perché in fondo non ne ho mai cercata una. E se ne avessi un’altra, vorrebbe dire che ho perso Sabrina nella...guerra. E non potrei sopportarlo.” Poi spostò lo sguardo verso il cane Sandwich. “Anche se questo non è il nostro film, Peanut, non potrei sopportarlo. Per questo ho bisogno di concentrarmi al massimo perché questa missione sia terminata presto e bene. Per questo non dobbiamo incontrare altre nostre conoscenze. Ogni minuto che passa ci avvicina a questo futuro. E non voglio...perdere Papà e Mamma. E neanche tu lo puoi volere.” Chiuse gli occhi, mentre la voce ormai era ridotta ad un singhiozzare irrefrenabile. “Voglio tornare a casa. Non voglio una carriera in polizia. Voglio Papà.”
“Fido...” Peanut s’inginocchiò per abbracciarlo. Lui ammirava Fido, gli voleva bene. Gli faceva male vederlo ridotto così, come un cucciolo impaurito. “Scusami. Ti prometto che farò il bravo, ma ora smettila. Vedrai che ce la faremo. Farò tutto quello che vuoi, ma non piangere più. Scusami.”

“Sembrate usciti dalla pubblicità delle vitamine,” disse Ralph. “Ma come avete fatto a tenervi così bene, in tutto questo tempo?”
Antares e Aldebaran si batterono il pugno sul petto, come sempre mimando perfettamente i movimenti l’uno dell’altro. “Tanto moto e vita sana,” dissero insieme.
Kevin rise. “Oh, ci credo! In centrale saranno contenti di sapere che abbiamo risolto il Caso Spooky-Doo!”
I gemelli si scambiarono un’occhiata. Poi, “Il Spookyche?”
“I fantasmi del Monumento,” disse Ralph. “Tutti i visitatori dicevano che di notte vedevano due ombre nere che si aggiravano per le rovine. I ladri di souvenir se la svignavano con la coda fra le gambe, i cuccioli invece dicevano che erano due angeli custodi. Altri che erano, appunto, i vostri spettri che cercavano Zio Martin...” Il pastore tedesco lanciò un’occhiata dubbiosa allo specchietto retrovisore. “Eravate voi, vero?”
I gemelli annuirono e si fecero solennemente il segno della croce, sperando che lassù qualcuno tenesse le orecchie tappate e lo sguardo voltato...
Prima che Ralph o Kevin potessero fare altre domande, Fido e Peanut rientrarono. Si sedettero in grembo ai gemelli e si misero la cintura. “Andiamo,” disse Fido.
Ralph accese il motore, decidendo di non fare domande sulle righe di pelo umido sul volto del capo della polizia. Fra di loro, nella guerra Fido aveva sofferto davvero molto, e non parlava mai delle sue esperienze. Se aveva deciso di sfogarsi con Peanut, a Ralph andava benissimo... “Allora, chi scende per primo?”
Ecco! Quella era una gran bella domanda! Nella frazione di secondo che i quattro cani terrorizzati impiegarono per elaborare una risposta convincente, Peanut ricordò di una cosa che proprio Tarot gli aveva detto, una volta, di un suo certo progetto... “Il negozio di Tarot!” esclamò.
Kevin gli mostrò un’occhiata perplessa. “Uhh, chiuso? Certo, lei accetta clienti a tutte le ore, ma...”
“Portaci a un bed & breakfast, Ralph” disse Fido. “Il più vicino possibile al negozio di Tarot.”
“E non dite niente a Grape!” si ricordò di aggiungere Peanut. “Io...ho cambiato idea,” aggiunse in tono mesto.
Di nuovo Ralph scoccò quell’occhiata dubbiosa. Certo che i suoi amici oggi si comportavano in modo proprio strano... Ma forse era per l’eccitazione di avere ritrovato i due gemelli Foster... “Peanut, mi permetti una cosa?”
“Uh, sì?”
Ralph sospirò. “Capisco che tu abbia di queste ricadute di melancolia. Quando sei così, esiste solo la tua arte e il resto del mondo scompare. Ma stai facendo molto male al tuo matrimonio: quella poveretta di Grape vive per te e tu la tratti come Bino faceva con Sasha...certo, con meno urla e imprecazioni. E poi hai un figlio a cui badare, e mi spezza il cuore vedere che Shaun pensa che tu sia suo zio. Detto ciò, scusami per essermi impicciato. Vi portiamo al Veiara Inn. Non è un b&b e non è affatto vicino al negozio di Tarot, lo so, ma almeno potrete pernottare in piena discrezione, qualunque cosa abbiate in mente.” Ralph inserì la marcia e premette dolcemente sull’acceleratore. L’auto elettrica si mise in marcia con un lieve ronzio. “E stai tranquillo, capo: teniamo la bocca cucita fino a quando non sarai tu a dare la bella notizia. Vedrai che festa che ci sarà!”

La macchina della polizia si allontanò fino a che della sua sagoma si poterono distinguere le luci posteriori.
Solo a quel punto, dalle ombre di quello che era stato il Lucky Charm Grove, emersero due nere e massicce ombre dagli occhi cupi.
Se Antares e Aldebaran avessero potuto vedere i loro ‘io’ futuri, ne sarebbero stati fuor di dubbio spaventati: la dura vita di questi due randagi li aveva trasformati in ferali a pieno titolo, aveva sviluppato al massimo le loro potenzialità fisiche. Il loro pelo era più ispido e folto, i muscoli ancora più delineati, e si muovevano a quattro zampe come animali primitivi, gli antichi assassini da cui gli umani avevano forgiato i loro migliori amici. E ora, forse, i precursori di un ritorno al passato...
I gemelli sorrisero, mostrando una chiostra di zanne bianchissime e aguzza. “Che mammolette che eravamo, fratello,” disse uno di loro, indistingubile ormai dall’altro, privi com’erano dei collari con le medagliette delle stelle da cui prendevano il nome. Le loro voci erano cupi rimbombi, privi della gioia di vivere che li aveva caratterizzati prima della guerra, prima che non rimanesse loro altro che vivere come le perfette macchine da guerra che i loro allevatori avevano sperato diventassero...
“Davvero da non crederci, fratello. Da farne un boccone solo.”
Un paio di mani umane, spettrali, luminescenti, si posarono sulle loro teste, accarezzandole lievemente, donando ai loro cuori, per la prima volta in tanti anni, un prezioso momento di pace.
“Vi ringrazio per non averli attaccati,” disse Martin Foster...o, almeno, quello che per loro era lo spirito che davvero avevano cercato in quegli anni, tornando sempre lì, facendo tana fra le rovine, solo per potere rivedere il loro Papà almeno una volta. Per tornare a quei tempi che non avevano mai dimenticato...
Il ‘fantasma’ di Martin si sdraiò a terra insieme ai suoi cani, triste nel vederli ridotti così, sollevato di sapere che almeno loro erano vivi. Se quello era il solo contributo che potesse dare dal proprio universo, comunicando attraverso la magia di Sabrina, allora era felice di avere fatto la sua parte...
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by IceKitsune »

Another great update Valerio. The ending was rather creepy. I feel so sad for Fido and Sabrina I can't believe she can't have kids :cry: Well I can't wait to see what happens next and I can't wait for the explanation as to why what Tarot did was allowed to happen because it should be interesting.

Edit: Thinking about this a bit I've come up with a bit of a theory. Dragon might have gone along with it because she is also in love with Peanut ok that I can accept (however it doesn't explain why they chose a Memories of the Mother universe but what ever I will assume they made a mistake or something.) However that brings up Kitsune why in the world would he let them do this it goes against his rule of intrinsic benevolence (on a duo universal level even.) because it puts both universes in danger plus removes one of the players from the game. Dragon better get a chewing out if she did go along with it.
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Andrea
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by Andrea »

Great, great! I'm starting to not care anymore about cliffhangers...

Nuooooo, povera Sabrina ç_ç
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Re: Housepets! La serie-S.II Ep.16: Memorie di una vita futu

Post by valerio »

Andrea wrote:Great, great! I'm starting to not care anymore about cliffhangers...

Nuooooo, povera Sabrina ç_ç
Alas, Sabrina's condition was hinted during the ongoing "Symphony in Periwinkle", and that makes it official... :cry:
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